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Ferragni, cambia assetto società Fenice e Tbs Crew: esce Fabio Maria Damato

La conferma arriva da un comunicato delle società della nota influencer. Damato sui social: "A febbraio ho deciso di dare le dimissioni, non sono stato licenziato"

Fabio Maria Damato e Chiara Ferragni  (Fotogramma/Ipa)
Fabio Maria Damato e Chiara Ferragni (Fotogramma/Ipa)
13 giugno 2024 | 12.08
LETTURA: 5 minuti

E' ufficiale: si separano le strade di Chiara Ferragni e Fabio Maria Damato. La conferma arriva da un comunicato delle società della nota influencer, Fenice e Tbs Crew. "A partire dal 16 giugno 2024, Fabio Maria Damato cesserà dalla funzione di direttore generale e consigliere di entrambe le aziende per perseguire altre opportunità professionali - si legge nella nota - Il cambiamento fa parte di un percorso di rinnovamento aziendale".

Damato: "Ringrazio Chiara, amareggiato per caso Pandoro"

Dai suoi profili social Fabio Maria Damato chiarisce la sua uscita dal gruppo di Chiara Ferragni. "Domani sarà il mio ultimo giorno da general manager di Tbs Crew e Chiara Ferragni brand e per questo voglio ringraziare tutti i professionisti che con la loro esperienza e umanità hanno voluto affiancarmi in questa avventura. Oltre, ovviamente, a Chiara Ferragni che più di 7 anni fa mi ha chiamato per supportarla nell'evoluzione del suo progetto di business credendo nella mia visione", scrive il manager in una storia su Instagram a poche ore dall'annuncio ufficiale delle società Fenice e Tbs Crew. "Ringrazio anche tutti i talent che ho seguito nella loro evoluzione, da Marina Diguardo a Francesca e Valentina Ferragni, ma anche Pietro Terzini, Manuele Mameli e Luca Vezil", scrive Damato che chiarisce la sua scelta di lasciare il gruppo.

"Lo scorso febbraio infatti, dopo attente e inevitabili riflessioni, ho deciso di dare le dimissioni (quindi no, non sono stato licenziato) dalle aziende con cui ho condiviso un percorso professionale incredibile, e per le quali negli anni ho dato tutto me stesso in termini di assoluta dedizione, idee, cuore e testa, sempre onorando i valori di onestà e correttezza che mi contraddistinguono". A dimostrazione di questo, aggiunge Damato, "ho accolto fino alla fine le necessità delle società che mi hanno chiesto di restare fino a giugno, nonostante le operazioni di comunicazione poste in essere dal 17 dicembre 2023 in avanti non hanno visto il mio coinvolgimento".

E sulla vicenda giudiziaria relativa al Pandoro-gate scrive: "Non mi è permesso in questo momento entrare nel merito del caso pandoro ma essendo diventate pubbliche alcune e-mail insistentemente a me attribuite, devo precisare come nessuna di queste e-mail fosse la mia. Resto però amareggiato per come questa vicenda abbia messo in ombra anni di duro e onesto lavoro fatto dalle società e dalle persone coinvolte. Un lavoro sempre in salita, costellato di tanti ostacoli e altrettanti successi, che chiunque si ritenga intellettualmente onesto non può attribuire solo al caso o alla fortuna". C'è poi il dispiacere per i tanti collaboratori e la stessa Chiara Ferragni: "Mi ferisce la sofferenza inflitta ai dipendenti di tutte le società che si sono sentiti attaccati pubblicamente e hanno visto messe in pericolo le aziende per cui lavorano e di conseguenza i loro posti di lavoro. Esco stremato da una certa violenza che abbiamo tutti subito, specie Chiara Ferragni che ho sempre rispettato come persona e capo e per la quale l'onestà, la dedizione e l'affetto che ho dedicato nessuno potrà mai mettere in discussione".

"Nei mesi ho letto una certa ossessione circa i miei presunti incredibili guadagni - afferma inoltre il manager - Purtroppo (per me) non solo le cifre circolate sul mio stipendio di lavoratore dipendente sono lontane dalla realtà, ma non ho mai nemmeno percepito da membro dei due consigli di amministrazione quei fantastici compensi di cui si scrive, perché sono ruoli che ho ricoperto a titolo gratuito fino alla mia uscita volontaria".

Damato chiarisce poi di non aver ricevuto alcuna liquidazione straordinaria: "Per finire nel segno della coerenza al momento delle mie dimissioni volontarie da tutte le cariche non ho richiesto nessuna liquidazione aggiuntiva, tantomeno da 4 milioni di euro e nulla in più mi è stato versato se non gli oneri previdenziali spettanti di legge a qualsiasi lavoratore dipendente".

Il manager precisa anche che la decisione di lasciare il gruppo di Chiara Ferragni è stata del tutto "autonoma e volontaria" e contesta la versione ufficiale fornita dall'azienda: "In questi mesi difficili non ho mai replicato a provocazioni o a informazioni errate circolate sul mio conto perché da dipendente credevo non fosse corretto farlo visto il rispetto per le persone, le gerarchie e per le aziende per cui ho lavorato".

Le cose però adesso sono cambiate e oggi, continua il manager, "è opportuno anche rettificare come la mia uscita sia stata una scelta autonoma e volontaria, e non, come diffuso dall'azienda, che 'il cambiamento fa parte di un percorso di rinnovamento aziendale'", afferma Damato che conclude il post con un "grazie".

Cosa aveva detto Fedez sul manager

La notizia dell'uscita di Damato arriva pochi mesi dopo le dichiarazioni di Fedez, marito di Chiara Ferragni, durante un'intervista al programma 'Belve' di Francesca Fagnani. In quell'occasione, Fedez aveva menzionato Damato nel contesto del cosiddetto 'Pandoro-gate', un caso che ha stravolto la vita professionale della moglie influendo negativamente anche nel rapporto di coppia.

"Non voglio entrare nel merito della vicenda giudiziaria", aveva detto Fedez, "ma voglio dire una cosa su Chiara. Ho sempre voluto difenderla. È giusto che io mi sia preso la merda per questa vicenda, abbiamo scelto di essere The Ferragnez...". Fedez aveva espresso il suo disagio per l'impossibilità di rispondere immediatamente alle accuse: "Mi ha fatto star male, in questa situazione, l'impossibilità di rispondere di qualcosa che non ho commesso. Per rispondere, dovevo aspettare che un'altra persona gestisse tutto. Io mi sarei difeso da subito, avrei fatto cose completamente diverse", riferendosi chiaramente alla strategia adottata dall'influencer e dal suo team di gestione.

Il rapper aveva anche chiarito che, sebbene la gestione della crisi avesse contribuito a creare un clima pesante, non era stata questa la ragione principale per la fine del loro matrimonio: "Chiara poteva gestire meglio la situazione, tutti vedono la cattiva fede: io sono sicuro che non ci sia cattiva fede. Lei ha scelto di prendersi tutte le responsabilità, lei poteva e doveva spiegare che le responsabilità non sono tutte sue". Anche dei manager? "Di un manager, uno solo", sosteneva Fedez facendo un chiaro riferimento a Damato, il quale non ha mai risposto alle accuse del rapper.

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