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Bimbo annegato a Torre del Greco, madre fermata per omicidio volontario

Secondo le prime indagini, la donna riteneva che il figlio fosse affetto da ritardo mentale e per questo lo avrebbe ucciso

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa
03 gennaio 2022 | 08.02
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Fermata la mamma del bambino di 2 anni morto annegato in mare ieri sera, a Torre del Greco, intorno alle 22.30 in via Calastro, località Scala. La Procura di Torre Annunziata ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti della donna di 40 anni, la madre del piccolo è gravemente indiziata del reato di omicidio volontario. Le indagini, condotte dai Carabinieri della Sezione operativa della Compagnia di Torre del Greco e coordinate dalla Procura oplontina, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico della donna quale autrice dell'omicidio. La quarantenne riteneva che il figlio fosse affetto da problemi di ritardo mentale, nonostante non vi fosse alcuna conferma in tal senso dal punto di vista sanitario. Sarebbe questa, secondo le prime acquisizioni investigative, la ragione per cui avrebbe fatto annegare il bambino. La donna, trovata ieri sera in mare con il figlio tra le braccia dopo l'allarme lanciato intorno alle 21 dal marito, è stata interrogata nella caserma dei Carabinieri - alla presenza del difensore di fiducia - dal pm della Procura di Torre Annunziata il quale, al termine dell'interrogatorio, ha emesso il fermo. La donna, dopo le formalità di rito, sarà portata nel carcere femminile di Pozzuoli.

Il piccolo al momento della tragedia era in compagnia della mamma, secondo quanto riferito da alcune persone presenti sul posto la donna avrebbe manifestato intenti suicidi. Due ragazzi, Pasquale e Daniele, le persone che si sono tuffate in mare nel tentativo disperato di salvarlo. I ragazzi, in una testimonianza raccolta dal quotidiano Metropolis, hanno raccontato di aver sentito delle urla di aiuto e di aver visto una persona, "forse il padre" spiegano, che si era appena tolta i vestiti per buttarsi in acqua.

La madre, raccontano ancora i due giovani, era ferma all'estremità della scogliera in apparente stato di choc. Anche i due ragazzi si sono tuffati in mare e uno dei due è riuscito a riportare il bimbo a terra, "ma mi sono accorto subito che non dava segni di vita". Si sono poi recati dalla madre la quale, rispondendo alle loro domande, avrebbe detto di essere stata vittima di una rapina. Era scioccata. Un nostro amico intanto ha provato a fare il massaggio cardiaco al bimbo, ma non c'è stato nulla da fare", concludono il racconto i due giovani.

Da circa tre mesi viveva una sorta di blackout causato dal terrore che il figlio fosse affetto da un ritardo mentale, alcuni comportamenti del bimbo l'avevano addirittura convinta che potesse essere autistico. Per questa mattina era fissata una visita con uno psichiatra infantile, ma forse proprio il terrore di vedere confermate le proprie paure ha fatto sì che quel blackout culminasse in un gesto apparentemente inspiegabile: l'annegamento del proprio figlio di 2 anni.

La donna è ancora in stato di choc, racconta all'Adnkronos l'avvocato Tommaso Ciro Civitella, che l'ha assistita nel corso dell'interrogatorio. "Ciò che si spera - dice il legale - è che la raccolta degli elementi da parte della Procura possa portare luce in questo tunnel che rappresenta un dramma umano". Secondo l'avvocato "è da escludersi l'ipotesi suicidaria, così come qualunque volontà e premeditazione. Ciò che è accaduto non era nella volontà della donna".

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