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Attacco hacker Regione Lazio, indaga anche antiterrorismo

Oltre ai pm, impegnato anche il pool reati informatici della Procura di Roma: aperto fascicolo contro ignoti

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03 agosto 2021 | 12.21
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Attacco hacker alla Regione Lazio, sono i pm dell’antiterrorismo e del pool reati informatici della Procura di Roma a indagare sull’attacco che ha colpito il Ced regionale del Lazio qualche minuto dopo la mezzanotte di domenica. Una prima informativa della Polizia Postale, che ha avviato indagini serrate d’intesa con i magistrati di piazzale Clodio, è arrivata ieri pomeriggio sul tavolo del procuratore capo Michele Prestipino che coordina l’inchiesta insieme al procuratore aggiunto Angelantonio Racanelli. Nel fascicolo, formalmente aperto questa mattina, contro ignoti si procede per diversi reati tra cui l’accesso abusivo a sistema informatico e la tentata estorsione.

Secondo quanto emerso finora l’attacco con ransomware cryptolocker, un malware che cripta i dati per poi estorcere denaro, in questo caso non ha portato però a una richiesta di ‘riscatto’. Le indagini puntano ora a fare luce sull’origine e lo scopo del violento attacco, che ha anche provocato la disattivazione del portale per i vaccini. Un’offensiva partita dall’estero con un possibile rimbalzo in Germania. L’indagine è affidata ad entrambi i pool, con due sostituti, poiché l’attacco ha coinvolto un sistema informatico importante come quello del Lazio anche sotto il profilo della tutela dei dati sensibili anche di personalità dello Stato come il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Mario Draghi.

AGGRAVANTE TERRORISMO PER REATI IPOTIZZATI

Per i reati di accesso abusivo a sistema informatico, tentata estorsione e danneggiamento di sistemi informatici, ipotizzati nel fascicolo aperto a piazzale Clodio, c’è anche l’aggravante delle finalità di terrorismo. L’indagine contro ignoti è coordinata dal procuratore capo Michele Prestipino e dal procuratore aggiunto Angelantonio Racanelli.

LAMORGESE AL COPASIR: ELEVARE LIVELLO SICUREZZA

"Il Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica ha audito oggi il ministro dell’Interno, prefetto Luciana Lamorgese, sull'attività del dicastero nel campo della sicurezza nazionale. Il confronto, ampio e articolato, ha riguardato anzitutto il grave attacco cibernetico al sito della Regione Lazio e, in particolare, l'attività della Polizia postale nell'opera di contrasto dell'attività criminale, le modalità di attacco e i suoi principali obiettivi". Lo fa sapere il presidente del Copasir Adolfo Urso aggiungendo che "il ministro ha anche illustrato la recrudescenza del fenomeno, che negli ultimi mesi ha colpito sia attività pubbliche che private, rilevando la necessità di agire con urgenza per elevare il livello di sicurezza, la resilienza dei sistemi informatici e l'istruzione degli operatori".

UE: "PRENDIAMO ATTACCO MOLTO SUL SERIO"

"Abbiamo visto le notizie di stampa sull'attacco informatico al portale sanitario e per le vaccinazioni della Regione Lazio. Prendiamo la cosa molto sul serio". Lo dice la portavoce della Commissione Europea Sonya Gospodinova, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. La Commissione, aggiunge la portavoce, "lavora per un cyberspazio al sicuro da attacchi. Il settore sanitario è essenziale e sta subendo una digitalizzazione, cosa che lo rende più suscettibili agli attacchi, specie in tempo di Covid-19".

"Notiamo - prosegue - che sempre più attacchi informatici sono diretti contro questo settore". Il servizio sanitario irlandese ha subito un attacco di tipo ransomware, come quello avvenuto nel Lazio, il 14 maggio scorso e ha impiegato parecchie settimane a ripristinare la piena funzionalità del sistema, tanto che il primo luglio ha dovuto rinviare il lancio del Green Pass Ue.

"La Commissione - continua Gospodinova - sta adottando diverse azioni per aumentare la sicurezza di questo settore: già nel 2016 abbiamo adottato la direttiva Nis, la prima direttiva sulla sicurezza informatica, e nello scorso dicembre abbiamo proposto una revisione della direttiva, che allarga la portata delle istituzioni rilevanti".

"Nel 2019 abbiamo adottato il Cybersecurity Act e collaboriamo costantemente anche con il settore sanitario per avere un ambiente informatico sicuro. Abbiamo fondi dal bilancio Ue dal programma Digital Europe e dal programma Horizon per la ricerca nel campo della cybersicurezza. Nel Fondo europeo della difesa sosteniamo soluzioni per la cybersicurezza. Abbiamo un approccio olistico" alla questione della sicurezza informatica, conclude Gospodinova.

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