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23enne ucciso a Roma, uno dei killer: "Volevamo vedere che effetto fa"

Luca Varani (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Luca Varani (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
07 marzo 2016 | 12.19
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"Volevamo uccidere qualcuno. Volevamo vedere l'effetto che fa. Eravamo usciti in macchina la sera prima sperando di incontrare qualcuno, poi abbiamo pensato a Luca Varani, che il mio amico conosceva". Sono state queste le parole di Manuel Foffo, quando si è trovato di fronte ai carabinieri e al pm Francesco Scavo. Il giovane è uno dei due fermati in relazione all'omicidio di un ragazzo di 23 anni sabato sera in un appartamento in via Igino Giordani, a Roma.

PM - A Foffo e Prato il pubblico ministero contesta l'accusa di omicidio premeditato aggravato da crudeltà, sevizie e futili motivi. Il pm chiederà al gip Riccardo Amoroso anche la convalida dell'arresto dei due responsabili dell'aggressione conclusasi venerdì mattina con la morte di Varani. A confessare le responsabilità del delitto è stato Foffo, già interrogato ampiamente dal magistrato, con il quale ha ricostruito i particolari agghiaccianti del delitto. Varani, secondo quanto è emerso dall'interrogatorio, fu colpito con coltellate e oggetti contundenti in modo che morisse lentamente. Dopo il delitto Foffo e Prato decisero di ripulire l'appartamento di via Igino Giordani gettando gli abiti della vittima e il suo cellulare in un cassonetto.

Inoltre, il fatto che i vicini di casa abbiano dichiarato agli investigatori di non aver sentito alcun rumore provenire dall'appartamento mentre si compiva il delitto, porta a ritenere che la vittima, appena entrata nell'appartamento, sia stata messa in condizione di non reagire, in modo da lasciare che i suoi due amici organizzassero il delitto.

Sempre dalle confessioni è emerso che prima di attirare Varani nell'appartamento Foffo e Prato fecero uso di cocaina perché intenzionati a uccidere. Come vittima fu quindi scelto Varani, sul quale i due si sono poi accaniti per dargli morte lenta.

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