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Ogm: chi li coltiva rischia fino a 3 anni e 30mila euro di multa

Lo stabilisce il decreto legge 24 giugno 2014, n. 91, Disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea, pubblicato in Gazzetta ufficiale, detto anche decreto 'Campo Libero'

Ogm: chi li coltiva rischia fino a 3 anni e 30mila euro di multa
25 giugno 2014 | 18.43
LETTURA: 3 minuti

Chi semina e coltiva Ogm in campo rischia da 6 mesi a tre anni di reclusione e una multa da 10.000 a 30.000 euro, oltre a dover rimuovere a proprie spese le coltivazioni geneticamente modificate e a dover affrontare possibili riparazioni, ad esempio a risarcimento del danno apportato dalla contaminazione dei campi biologici vicini.

Lo stabilisce il decreto legge 24 giugno 2014, n. 91, Disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea, pubblicato in Gazzetta ufficiale, detto anche decreto 'Campo Libero'.

''E' la prima volta che nel nostro paese si individua una sanzione adeguata per la violazione del divieto di coltivazioni transgeniche - commenta Maria Grazia Mammuccini, vicepresidente di Aiab, l'Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica - Almeno per tutto il 2014, e in attesa della normativa comunitaria e nazionale, sulla questione delle coltivazioni Ogm si è finalmente detta una parola chiara, che stabilisce certezza del diritto".

Tra i diritti che vengono tutelati, sottolinea l’Aiab, oltre a quelli dei consumatori che non vogliono mangiare cereali o soia geneticamente modificata, c’è quello degli agricoltori biologici, che corrono il rischio di contaminazione genetica, rischiando di perdere la certificazione ‘bio’.

‘’E’ una grande vittoria del buon senso, della legalità e del made in Italy di qualità, quello che sta aiutando il paese anche dal punto di vista dell’export in un momento di grave difficoltà’’, aggiunge il presidente di Aiab Vincenzo Vizioli.

‘’Speriamo - conclude Vizioli - che fermi alcune derive falsamente scientifiche che si stanno affermando nel Paese anche grazie all’intervento di nomi della ricerca italiana che si lanciano in commenti poco azzeccati su una presunta e falsa convenienza della scelta Ogm per un sistema produttivo come quello italiano, che non ha nulla da guadagnare dall’abbassare la qualità’’.

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