Raccolta fondi, finanziamento dal basso o collettivo. E' il "crowdfunding" e in Italia è un fenomeno in aumento. Secondo il report dedicato a questo sistema di finanziamento collettivo (arrivato in Italia nel 2005 con Produzioni dal Basso), presentato oggi nell'ambito di ShareItaly (Milano, 9 e 10 novembre), oggi in Italia si contano 82 piattaforme di crowdfunding, di cui 69 attive (al 21 ottobre 2015) e 13 in fase di lancio, con un aumento del 68%: a maggio 2014 si contavano infatti 41 piattaforme attive.
Aumentano anche i progetti ricevuti (+108%), le campagne pubblicate (+67%) e cresce il valore complessivo del totale raccolto: si tratta di 56,7 milioni di euro, con un incremento dell’85%. Diminuisce però il tasso di successo che, a livello medio, passa dal 37% del 2014 al 30%.
Relativamente al valore economico, prevalgono le campagne di basso taglio, comprese tra i 1.000 e i 10.000 euro, sia tra i progetti pubblicati (dove rappresentano l’81%) sia tra quelli finanziati (dove rappresentano il 91%). Il crowdfunding italiano, a differenza di quello di matrice inglese e americana, è prevalentemente a vocazione culturale e sociale.
A livello geografico, la maggior parte delle piattaforme di crowdfunding, esattamente 26, è collocata nell’Italia settentrionale; un ruolo di rilievo ricopre la città di Milano, sede legale di 16 piattaforme e sede operativa di 18. Nel Centro Italia sono collocate 7 sedi legali e 9 sedi operative; nel Sud Italia si registrano 5 sedi legali e 3 sedi operative.
Ma chi sono gli imprenditori del crowdfunding? La ricerca traccia anche il loro identikit: prevalentemente uomini, sotto i 40 anni, laureati, con una formazione in ambito economico o ingegneristico. Tra i fondatori, circa 2 su 3 sono uomini, mentre le donne rappresentano il 32%; hanno in media 38,5 anni; il 21% dei fondatori ha un’età compresa tra i 20 e i 30 anni, il 38% tra i 31 e i 40 anni, il 27% tra i 41 e i 50 anni e il 14% supera i 50 anni.
Complessivamente, le piattaforme di crowdfunding italiane intervistate danno lavoro a 249 persone, con una media di 5,7 lavoratori per piattaforma.
I progetti ricevuti dalle piattaforme intervistate dal momento del loro lancio sono in totale 100.924. Rispetto ai dati rilevati a maggio 2014, quando il numero dei progetti ricevuti era pari a 48.357, si registra un aumento del 108%. Il tasso di successo è pari mediamente al 30% (nel 2014 era del 37%). Per quanto riguarda il tipo di campagne pubblicate sulle piattaforme, mediamente si tratta per il 37% di campagne creative e culturali, per il 34% di campagne sociali, per il 20% di campagne imprenditoriali.
In percentuali minori vengono pubblicate campagne civiche, immobiliari e politiche. È stato chiesto inoltre alle piattaforme di fare una previsione rispetto alle campagne che immaginano di promuovere nel 2016. Il confronto con quelle pubblicate finora mostra un aumento previsto delle campagne imprenditoriali (dal 20 al 26%), civiche (dal 6 al 9%) e immobiliari (dal 2 al 5%) e una diminuzione dei progetti di tipo creativo e culturale (dal 37 al 34%) e sociale (dal 34 al 27%).
In generale, i referenti delle piattaforme intervistate esprimono aspettative positive rispetto al futuro e sono fiduciosi rispetto alla crescita del mercato. Lamentano però un eccesso di vincoli e regolamentazioni; la concorrenza internazionale; la mancanza di risorse; scarsa conoscenza dello strumento e diffidenza da parte dei potenziali utenti; una scarsa diffusione della cultura della donazione, della condivisione e della collaborazione e la scarsa cultura digitale e delle forme di pagamento elettroniche.