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Autonomia differenziata. Legge costituzionale ma illegittima in alcune parti

18 novembre 2024 | 15.33
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La Corte costituzionale si è espressa sulla riforma dell’Autonomia differenziata dopo il ricorso avanzato da quattro regioni (Puglia, Toscana, Sardegna e Campania) ritenendo non fondata la questione di costituzionalità dell’intera legge sull’autonomia differenziata delle regioni ordinarie, considerando invece illegittime specifiche disposizioni dello stesso testo legislativo. Nello specifico, la Corte ritiene che la devoluzione debba riguardare specifiche funzioni legislative e amministrative e debba essere giustificata, in relazione alla singola regione, alla luce del principio di sussidiarietà. Ha inoltre bocciato il conferimento di una delega legislativa per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (LEP) priva di idonei criteri direttivi, considerando questa possibilità una limitazione del ruolo costituzionale del Parlamento. La Corte ha richiesto anche che l’aggiornamento dei LEP avvenga per via parlamentare anziché tramite un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. Altro aspetto attenzionato dalla Corte è la possibilità di modificare, con decreto interministeriale le aliquote della compartecipazione al gettito dei tributi erariali, prevista per finanziare le funzioni trasferite, in caso di scostamento tra il fabbisogno di spesa e l’andamento dello stesso gettito; in base a tale previsione, però, potrebbero essere premiate proprio le regioni inefficienti, che – dopo aver ottenuto dallo Stato le risorse finalizzate all’esercizio delle funzioni trasferite – non sono in grado di assicurare con quelle risorse il compiuto adempimento delle stesse funzioni. Infine, la Corte ha sanzionato la facoltatività, piuttosto che la doverosità, per le regioni destinatarie della devoluzione, del concorso agli obiettivi di finanza pubblica con conseguente indebolimento dei vincoli di solidarietà e unità della Repubblica. Per le regioni a statuto speciale, per ottenere maggiori forme di autonomia, ha indicato quale strumento più idoneo il ricorso alle procedure previste dai loro statuti speciali.

Immediate le reazioni politiche. Mentre le opposizioni esultano parlando di sonora bocciatura, il Ministro Calderoli ha commentato la sentenza: "Sono state presentate un centinaio di eccezioni su 43 commi e ne hanno accettate 7. Abbiamo trovato la strada per una perfetta coincidenza della Costituzione. La legge nel suo impianto regge e reggerà. E questa è la cosa più importante", ha sottolineato. "Ora farò tesoro degli indirizzi della sentenza" della Consulta e "una volta che travaso quelle richieste nella legge, le opposizioni taceranno e mi auguro taceranno per sempre". A proposito del referendum, il Ministro della Giustizia Nordio ha dichiarato “con prudenza, direi che questa sentenza dovrebbe eliminare almeno per ora la possibilità del referendum." Sarà la Corte di Cassazione a verificare se il quesito sia ancora valido e poi la Corte Costituzionale che ne verificherà l'ammissibilità.

Leggi il Comunicato della Corte Costituzionale

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