"Richiamare e sanzionare gli operatori della sanità pubblica, dai medici e pediatri alle ostetriche, che gettano discredito sui vaccini e suggeriscono ai genitori di non vaccinare i propri bimbi. Andrebbero rimossi". È la proposta di Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto superiore di sanità, intervenuto al congresso dell'Osservatorio nazionale sulla salute dell'infanzia e dell'adolescenza (Paidoss) a Lecce.
Dai dati sulla percezione che i genitori hanno dei vaccini, "emerge chiaramente - afferma - l'imperativo di agire, con un fronte comune fra istituzioni nazionali e regionali, società scientifiche e professionisti. Dobbiamo tranquillizzare le mamme sulla base delle evidenze scientifiche. Bisogna agire sulla comunicazione e riflettere anche sul modo in cui si organizzano le vaccinazioni. Sono tutti aspetti presi in considerazione nel nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2016-18, ancora all'esame della Stato-Regioni. Che poi, come accade, siano gli operatori sanitari a sconsigliare ai genitori la vaccinazione dei figli, non è più tollerabile".
Uno degli obiettivi del nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale, infatti, è "sostenere, a tutti i livelli, il senso di responsabilità degli operatori sanitari, dipendenti e convenzionati con il Ssn, e la piena adesione alle finalità di tutela della salute collettiva, che si realizzano attraverso i programmi vaccinali, prevedendo adeguati interventi sanzionatori qualora sia identificato un comportamento di inadempienza".
Si punta a "garantire l’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni nelle fasce d’età e popolazioni a rischio, anche attraverso forme di revisione di miglioramento dell’efficienza dell’approvvigionamento e della logistica del sistema vaccinale". Fra gli altri obiettivi, "aumentare l’adesione consapevole alle vaccinazioni nella popolazione generale, contrastare le disuguaglianze, promuovere, nella popolazione generale e nei professionisti sanitari, una cultura delle vaccinazioni".
Dal 2010, secondo gli ultimi dati dell'Iss e del ministero della Salute, "si registra un brusco calo della copertura - ricorda Stefania Salmaso, direttore del Centro nazionale di epidemiologia dell'Iss - anche per quelle vaccinazioni per cui l'Italia vantava valori molto alti, come polio, difterite e tetano. Un trend preoccupante confermato anche dai dati di agosto 2014. Anche per il morbillo, che l'Italia si è assunta l'impegno di eliminare, non siamo andati molto in là con le vaccinazioni e per la varicella la copertura si attesta al 35%".