Leader incontrastato dell'uso del semi-falsetto, con il suo timbro e la sua estensione ha dato vita ad un genere inconfondibile fatto di repentini cambi di pendenza vocale, che caratterizzano i suoi grandi successi da "Oro" a "Lei verrà", da "Nella mia città" a "Come Monna Lisa", a "La rondine". Nella sua carriera tanti festival di Sanremo e tante collaborazioni con i grandi della musica italiana. Il ricordo di Mogol: "È un giorno triste"
Se c'era una voce che non temeva imitazioni nel panorama canoro italiano era quella di Pino Mango. Scomparso ieri, stroncato da un infarto mentre si esibiva al Pala Ercole di Policoro, in provincia di Matera, Mango aveva compiuto 60 anni un mese fa il 6 novembre. Cantante precoce (aveva iniziato all'età di sette anni ad esibirsi con gruppi locali intorno a Lagonegro, il paese della Lucania dove era nato), Mango si era imposto negli anni '80 grazie al suo timbro e alla sua estensione vocale, che gli permisero di coniare uno stile inconfondibile caratterizzato dai continui 'cambi di pendenza' vocale, con salite e discese che pochi artisti possono affrontare. Era il re del semi-falsetto e le sue composizioni, legate intimamente ai testi, attirarono presto l'attenzione dei big della musica italiana, che in tanti hanno voluto incidere suoi brani o collaborare con lui.
Nel 1975 aveva lasciato la Basilicata per andare a Roma, dove aveva inciso il suo primo album per la RCA Italiana, "La mia ragazza è un gran caldo", che sarà pubblicato nell'ottobre del 1976. Due brani, "Per te che mi apri l'universo" e "Tu pioggia io mattino", attirano l'attenzione di Patty Pravo che decide di inserirli nel suo album "Tanto". Il secondo di questi cambierà il titolo in "Per amarti d'amore". Anche Mia Martini è attratta dalle melodie di Mango e inserirà "Se mi sfiori" nel suo album "Che vuoi che sia... se t'ho aspettato tanto".
Fino all fine degli anni '70 continua ad incidere diversi 45 giri per la casa discografica Numero Uno e l'albu, "Arlecchino" (1979), per il quale collabora anche il fratello, Armando Mango, in veste di autore e ideatore di parti melodiche. Negli anni '80 inizia a lavorare con la Fonit Cetra. Nel 1984 Mango presenta un provino che piace molto a Mara Maionchi, all'epoca impegnata con Fonit Cetra: il testo originario era di Armando Mango ed il titolo era "Mama Woodoo". Il brano in questione divenne "Oro" con un testo scritto da Mogol (che oggi ricorda con commozione quell'incontro) e si rivelò il primo grande successo di Mango, che nei successivi quattro anni pubblicò altrettanti album, partecipando più volte al festival di Sanremo: nel 1985 con "Il viaggio" che otterrà il premio della critica pur non arrivando in finale; nel 1986 con "Lei verrà", che verrà inserita nell'album "Odissea" e si aggiudicherà il disco d'oro con oltre 150.000 copie vendute.
Da autore sempre nel 1986 anni firma la sigla del festival "Io nascerò" cantata da Loretta Goggi e anche il celerrimo brano "Re", con cui Loredana Berté si esibisce per la prima volta sul palco dell'Ariston, destando scandalo per la sua performance in versione pre-maman.
Nel 1987 e, sempre a Sanremo, presenta "Dal cuore in poi" ma sarà il brano "Bella d'estate", inserito nel 33 giri che uscirà durante il festival e scritto con Lucio Dalla ad avere il maggior successo e a far vendere al disco ben 350.000 copie, lanciando Mango in tutta Europa.
Nel 1990 Mango torna a colloborare con Mogol e con il fratello Armando per l'abum "Sirtaki" (che venderà mezzo milione di copie solo in Italia), che contiene due brani che diventeranno altrettante hit: "Nella mia città" e "Come Monna Lisa". Mango continua a scrivere anche per altri artisti, come Mietta, che nel 1991 include tre suoi brani nell'album "Volano le pagine". Seguono molti altri album ("Come l'acqua" del 1992, dove collabora ancora con Mogol, "Mango" del 1994, che contiene "Giulietta" scritta con Pasquale Panella, il live "Dove vai" del 1995, "Credo" del 1997) e altre partecipazioni al festival di Sanremo, dove nel 1998 presenta "Luce".
Dovranno passare 5 anni prima di avere un nuovo lavoro di Mango (che nel frattempo torna a scrivere per Mietta anche il brano di Sanremo 2000 "Fare l'amore"): nel 2002 pubblica "Disincanto", nel quale affiora una nuova vena compositiva e dei testi più personali, che lo raccontano. Grande successo ottiene il brano "La rondine". Nel 2004 arriva il disco "Ti porto in Africa", poi nel 2005 "Ti amo così", che contiene il brano "Il dicembre degli aranci", dove duetta con la moglie Laura Valente.
Nel 2007 torna a Sanremo col brano "Chissà se nevica" classificandosi quinto. Nel 2008 pubblica il disco di cover "Acchiappanuvole". Tra una collaborazione e l'altra con i big della canzone italiana, nel 2011 pubblica il ventesimo album "La terra degli aquiloni". Nel maggio scorso, infine, è uscito "L'amore è invisibile", una sorta di prosecuzione di "Acchiappanuvole", con tre inediti e cover di Sting, U2, De Andrè, Battisti, Bonocore, Minghi, Don Backy, Beatles, Bowie, Pino Daniele, oltre ad una canzone della tradizione sarda.
Il concerto di ieri era una delle tappe di un tour con cui il cantante portava al suo pubblico i suoi più grandi successi ma anche appunto alcune delle cover interpretate nell'ultimo disco.