Il paroliere più famoso della musica italiana ripercorre la storia della sua collaborazione con il cantante lucano scomparso ieri, di cui era diventato amico. "La notizia della sua morte è stata una sassata"
"Per me è un giorno molto triste: ho perso un amico e noi tutti abbiamo perso un grande artista". Così Giulio Rapetti, in arte Mogol, parla all'AdnKronos della scomparsa di Mango, con cui ha collaborato spesso a partire da "Oro", il brano del 1984 che lo consacrò.
Mogol ricorda ancora bene quel girono di trenta anni fa, in cui incontrò il catante lucano per la prima volta: "Io ero andato a trovare Mara Maionchi alla Fonit Cetra. E mentre ero lì, in un corridoio, sentii una voce particolarissima uscire da una stanza. Chiesi a Mara chi fosse e lei me lo presentò. Lui aveva presentato un provino di quella che poi divenne "Oro": tenemmo la melodia ma io riscrissi il testo. Da allora siamo rimasti amici e abbiamo collaborato ancora per 'Nella mia città' e per 'Mediterraneo', che è forse la più grande canzone che abbiamo scritto insieme", sottolinea Mogol.
"Mango era un ragazzo generoso, un grande artista, un amico ed era soprattutto un lucano che amava la sua terra, la musica e la sua famiglia. Lo avevo visto recentemente a cena a Lagonegro. La nostra è una bella storia di amicizia, interrotta dalla questa sassata, che è stata la notizia della sua morte", conclude il paroliere più famoso della musica italiana.