Medita vendetta il M5S. E dopo l'accusa mossa dal ministro del Lavoro, Luigi Di Maio - una 'manina' avrebbe inserito nella notte gli 8.000 posti di lavoro in meno nella relazione tecnica inviata al Quirinale a corredo del dl dignità - dai piani alti del Movimento filtra la volontà di "fare pulizia" in Ragioneria dello Stato e al Ministero dell'Economia. In altre parole spoil system 'chirurgico', "togliendo dai posti chiave chi mira a ledere - spiegano fonti qualificate all'Adnkronos - l'operato del governo e del M5S in particolare".
FONTI MEF - Dopo le dichiarazioni del vicepremier, fonti del ministero dell'Economia riferiscono che le relazioni tecniche sono presentate insieme ai provvedimenti dalle amministrazioni proponenti, così anche nel caso del decreto Dignità, giunto al Mef corredato di relazione con tutti i dati. La Ragioneria generale dello Stato prende atto dei dati riportati nella relazione per valutare oneri e coperture, aggiungono poi le stesse fonti di Via XX Settembre.
M5S: VIPERE IN MEF E RAGIONERIA - In queste ore, nello specifico, si guarda con sospetto a uomini vicini al Pd e alla squadra dell'ex ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan. "Quel che è accaduto è gravissimo - lamentano dal Movimento puntando il dito contro quegli 8.000 posti di lavoro in meno comparsi come una doccia gelata nella relazione al dl dignità - non possiamo ammettere che vengano fatte delle 'porcate' simili. Abbiamo bisogno di persone di fiducia, non di vipere in posti chiave del Mef e della Ragioneria".
DI MAIO - "80mila è un numero che non sta da nessuna parte, mi faccio una risata - dice Di Maio in un video su Fb - C'è un altro numero invece: 8mila. Perché nella relazione c'è scritto che questo dl farà perdere 8mila posti di lavoro in un anno. Ci tengo a dirvi che quel numero è apparso la notte prima che il dl venisse inviato al Quirinale. Non è un numero messo dal governo". La verità, osserva, è che "questo dl Dignità ha contro lobby di tutti i tipi".
"Leggo sui giornali di stamattina - afferma Di Maio in diretta Fb - che il decreto Dignità farebbe perdere 80mila posti di lavoro. Mi faccio una risata perché 80mila non sta da nessuna parte. Invece c'è un altro numero: 8mila che i giornali riportano perché c'è scritto nella relazione che accompagna questo decreto. Quel numero per me non ha nessuna validità perché nessuno ha spiegato cosa significa quell'8 mila e ci tengo a dirvi che è apparso, nella relazione tecnica al decreto, la notte prima che si inviasse il decreto al presidente della Repubblica".
"Non è una cosa che hanno messo i miei ministeri, non è una relazione che hanno chiesto i miei ministeri e soprattutto che hanno chiesto i ministri della Repubblica. Il tema è: c'è un tot di contratti a tempo determinato e la relazione dice che in Italia, su quel tot, per effetto di questo decreto se ne perderanno 8mila. Ma perché nella relazione non c'è scritto invece quanti contratti a tempo indeterminato nasceranno per effetto della stretta sui contratti a tempo determinato, visto che aumenteremo gli incentivi sull'indeterminato?", prosegue Di Maio.
"Perché non c'è scritto? Questo mi lascia perplesso perché questo decreto Dignità ha contro lobby di tutti i tipi tanto che c'è voluto un po' per farlo arrivare in porto e al Quirinale, e ringrazio il presidente della Repubblica per averlo firmato. Il mio sospetto è che questo numero sia stato il modo per iniziare a indebolire questo decreto e per fare caciara. Non mi spaventa, noi siamo stati abituati a cose peggiori contro il Movimento. Ma tutti devono sapere che questo decreto non è stato fatto per aumentare la disoccupazione ma per incentivare il tempo indeterminato. Sono certo che il tempo ci darà ragione".
Quanto al ministero dell'Economia, Di Maio si dice "veramente sbalordito. La prossima volta metterò sotto scorta il dl quando lo mando in giro. Non ho capito perché abbia reagito il Mef, io non ho nominato il Mef. Sto solo dicendo che non è la parte politica ad avere inserito quei numeri nella relazione tecnica".