#MeToo, anch'io. Un fiume in piena di esperienze dilaga e straripa sui social, portando con sé il dolore dei racconti di quanti, almeno una volta nella vita, sono stati vittime di molestie o violenze spesso tenute nascoste. Dopo #Quellavoltache, è un altro hashtag a raccogliere le parole delle tante donne e degli uomini di tutto il mondo che hanno deciso di denunciare pubblicamente quanto subito negli anni, hashtag lanciato dall'attrice americana Alyssa Milano in solidarietà non solo con le colleghe coinvolte nel 'caso Weinstein', ma anche con tutte le altre vittime silenziose: "Se tutte le donne molestate o aggredite sessualmente scriveranno 'me too' nei loro status - ha spiegato l'attrice a Usa Today -, daremo alle persone un'idea della dimensione del problema". La richiesta dell'attrice non è di certo passata inosservata e l'hashtag è presto diventato tristemente virale, con milioni a partecipare all'iniziativa, fra star hollywoodiane e gente comune.
Sotto le parole #MeToo sono infatti raccolti migliaia e migliaia di post e tweet. Un numero da brividi, in continuo aumento, che racconta una realtà atroce e sconcertante: le molestie che non sono un'eccezione ma la regola (o quasi) nel quotidiano di una donna. Ma non è tutto. Ad accomunare centinaia di persone in tutto il mondo, il senso di disagio, smarrimento e colpa che impedisce il più delle volte di parlare, sfogarsi e denunciare. Almeno fino ad oggi.
Terribili i racconti, concentrati in poche righe e in alcuni casi di una gravità assoluta, e tante le donne italiane che hanno voluto lasciare una testimonianza utilizzando entrambi gli hashtag dedicati. Donne, ma anche uomini e ragazzi, un tempo bambini la cui infanzia è stata violata e distrutta per sempre. Un fiume di ricordi dolorosi che tornano alla mente per finire sui social, oggi luogo di una gigantesca terapia di gruppo che forse non guarirà le ferite dell'anima, ma sicuramente darà il coraggio a molti di denunciare perché non si ripeta mai più.
If you’ve been sexually harassed or assaulted write ‘me too’ as a reply to this tweet. pic.twitter.com/k2oeCiUf9n
— Alyssa Milano (@Alyssa_Milano) 15 ottobre 2017
#quellavoltache assistente universitario mi disse “si sei brava ma se venissi a letto con me saresti pure già laureata” @Giulia_B #MeToo
— Modestina Cedola (@Modimina) 17 ottobre 2017
#quellavoltache “da lunedì sarai redattrice sport qui, prima andiamo a casa mia” e la mia carriera da giornalista sportiva è finita #metoo
— Cristiana Calilli (@CriCalilli) 17 ottobre 2017
#metoo #quellavoltache un parente stretto ha cercato di toccarmi in zone intime senza successo e ho raccontato tutto a mamma... pic.twitter.com/x0KaGFZUow
— öykü. (@gallavickey) 17 ottobre 2017
#MeToo #quellavoltache ho perso il conto delle volte, mi sento uno schifo ancora oggi
— Lara Gadda (@Lara_Indigo) 17 ottobre 2017
Because I didn't choose to lose my virginity, it was taken from me. & if you feel uncomfortable reading that...good, you should. #MeToo
— Gabz (@itsNOTGabby) 17 ottobre 2017
#metoo #quellavoltache bagno pubblico dalla serratura ho visto un occhio che mi spiava. Mi sono sentita violata senza aver subito "nulla".
— Ricciulella(@ricciuleee) 16 ottobre 2017
#MeToo ... perchè anche se non si è mai pronte a combattere coi mostri,a 10 anni lo sei ancora meno.
— Vittoria (@Vittorialamora) 16 ottobre 2017
Undici anni. In famiglia. Non l'ho mai detto. Non ero certo complice. Cicatrice indelebile #Metoo
— Lapassante (@lapassante21) 16 ottobre 2017
#Quellavoltache lui mi rubò l'infanzia e tutte quelle volte che, oggi da adulta, altri non si sono fatti scrupoli nelle molestie #metoo
— Silvia (@Silviaaptx) 16 ottobre 2017