Un hashtag per trovare il coraggio di raccontare le molestie e le violenze subite, ma magari taciute per anni. E' questo lo scopo di#QuellaVoltaChe, iniziativa nata sull'onda del caso Weinstein e delle troppe accuse lanciate alle attrici per aver denunciato troppo tardi.
"Perché non hai parlato? Perché non hai detto niente? Perché non hai gridato, perché non hai denunciato, perché non ti sei ribellata, perché non l'hai preso a calci nelle palle? Quando una donna parla di molestie, stupro, situazioni in cui si è sentita forzata - scrive la blogger e scrittrice Giulia Blasi, che per prima ha lanciato l'hashtag su Facebook -, la domanda contiene la risposta. Non ha parlato perché nessuno, in fondo, le avrebbe dato credito".
"#Quellavoltache - spiega - è un progetto narrativo estemporaneo per raccontare le volte in cui siamo state molestate, aggredite, ma anche le volte in cui ci siamo sentite in pericolo e non sapevamo bene perché, e ci davamo delle cretine per esserci messe in quella situazione. Perché il patriarcato che non ti crede è lo stesso che cerca di colpevolizzarti per quello che ti infligge. Avete qualcosa da raccontare? Usate #quellavoltache su Twitter, Facebook, Instagram, il vostro blog, Medium, dove vi pare. Dite a tutti come vi siete sentite, cosa avete pensato, perché non avete parlato, e se avete parlato, cosa è successo poi".