E' trascorsa tranquilla la notte al centro di prima accoglienza di Cona, in provincia di Venezia, all'indomani della rivolta di un gruppo di migranti, scattata dopo la morte di una ragazza della Costa D'Avorio (per una tromboembolia polmonare, secondo i primi esami) e per le condizioni di sovraffollamento e degrado in cui versa la struttura. Dopo una giornata di tensione, solo in serata gli animi si sono calmati.
In mattinata il trasferimento, disposto dal Viminale, di un centinaio di migranti dal centro nell'ex base missilistica ad alcune strutture di accoglienza dell'Emilia Romagna.
''Fare delle valutazioni oggi è prematuro. Se spostare 100 migranti è la prima di una serie di azioni per arrivare ad evitare concentrazioni e mettere a punto un piano nazionale complesso, allora bene. Spero non sia solo un palliativo, come ho già visto alla base di Bagnoli dove ne hanno spostati cento per poi tornare, nel giro di poco, a mille''. Così all'Adnkronos il sindaco di Cona, Alberto Panfilio.
''Spero che il sacrificio di una giovane donna - dice il sindaco - possa far capire a tutti che la situazione deve essere risolta e questo lo può fare solo la politica''. ''Confido nelle buone pratiche del capo della polizia e spero che il nuovo ministro - conclude - si convinca che la soluzione di un problema complesso si deve affrontare con varie soluzioni, a vari livelli''.