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Continua la strage sul lavoro, due morti in poche ore nel milanese

A Carpiano un 60enne è deceduto investito da una motrice mentre scaricava della merce. L'altra vittima è un 24enne precipitato in un cantiere

Continua la strage sul lavoro, due morti in poche ore nel milanese
06 maggio 2025 | 09.58
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Ancora due morti sul lavoro in poche ore oggi, 6 maggio 2025, tra Milano e provincia. Le vittime sono un 60enne impiegato per una ditta esterna nel trasporto merci investito e ucciso da una motrice a Carpiano e operaio 24enne di origini kosovare deceduto in un cantiere di un condominio a Milano.

Secondo le prima informazioni, il 60enne, dipendente di una ditta in via Aldo Moro, dopo aver scaricato della merce, si è incamminato nel piazzale dell'azienda, dove è stato accidentalmente investito da una motrice, guidata da un 62enne italiano. L'uomo è morto sul colpo. Sul luogo dell'incidente, su cui indagano i tecnici dell'Ats, sono intervenuti i carabinieri della stazione di Melegnano.

Il 24enne, dipendente di una ditta del Bresciano, stava lavorando in un cantiere in un condominio a Milano in via Edoardo Bassini 39, zona Città Studi, quando poco dopo le 9.30, per cause in corso di accertamento ha perso l'equilibrio ed è caduto dal terzo piano. Illeso un secondo operaio.

“Un ragazzo splendido e un gran lavoratore”. Così i colleghi di Endrit Ademi descrivono l’operaio edile 24enne. In Italia da sei anni, il giovane viveva a Rovato, in provincia di Brescia, vicino alla sede dell’azienda per cui lavorava con regolare contratto, la Morina Srls.

“Era un bravo ragazzo, un mio amico”, racconta un collega connazionale di Endrit. È stato lui, insieme a un gruppo di operai kosovari ad aver chiamato questa mattina la famiglia del 24enne, rimasta nel Paese di origine, per informarli dell’incidente mortale.

A Carpiano pensionato costretto a lavoro per arrotondare

Secondo quanto denuncia Domenico Albanese, Uil Trasporti, il 60enne deceduto a Carpiano era "un pensionato, costretto a lavorare per arrotondare una pensione erosa dal caro vita”. "Mentre celebriamo il Primo Maggio all’insegna della sicurezza – dichiara Domenico Albanesi Coordinatore Uil Trasporti Lombardia – a soli 5 giorni siamo a dover commentare l’ennesimo incidente mortale. Un fatto di per sè grave e inaccettabile nel 2025. Reso ancora più grave perché il lavoratore deceduto era un pensionato sessantenne. E mentre ci stringiamo intorno ai famigliari della vittima ci domandiamo perché un pensionato stesse lavorando in un polo logistico di notte. Colpa di un caro vita che morde sempre più e non consente di arrivare a fine mese chi ha lavorato tutta una vita? Sono situazioni inaccettabili davanti alle quali come Uil Trasporti non possiamo rimanere in silenzio", sottolinea.

"Chiediamo subito un incontro urgente con l’azienda e la prefettura e siamo pronti ad ogni forma di mobilitazione perché non è più possibile uscire di casa e non farvi ritorno. Specie se chi non c’è’ più non sarebbe proprio dovuto essere li. A questo governo, alla Regione alle parti datoriali chiediamo di fermarsi e riflettere seriamente su quello che sta accadendo. Non ci bastano le parole della nostra premier e le briciole stanziate per la sicurezza. La pretendiamo davvero stavolta".

La denuncia della Cgil Milano

“E’ una strage continua. Non bastano più i minuti di silenzio e le promesse di intervento", dichiara Vincenzo Greco della segreteria Cgil Milano commentando i due morti sul lavoro in poche ore tra Milano e provincia: "Basta con la retorica del cordoglio, stop alla politica degli annunci", afferma. "Non basta continuare a parlare genericamente di sicurezza. Servono ispettori del lavoro - a Milano ce ne sono solo 20 -, formazione, regole e responsabilità chiare. C’è bisogno di un impegno concreto da parte di aziende e istituzioni. Serve, soprattutto, una cultura del lavoro e della prevenzione che rimetta al centro la vita, la sicurezza e la salute delle persone”, sottolinea. “Stop alla politica degli annunci – chiude Greco - non è più accettabile che si risponda a ogni tragedia con parole vuote e misure di facciata. Ogni vita persa sul lavoro è una sconfitta dello Stato e del sistema produttivo”.

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