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Zona rossa, arancione, gialla: le regioni che cambiano colore da lunedì 1 marzo

Cosa si può fare e cosa non si può fare

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)
27 febbraio 2021 | 08.07
LETTURA: 7 minuti

Tre regioni in zona arancione (Lombardia, Marche e Piemonte) e due in zona rossa (Basilicata e Molise). Torna in fascia gialla la Liguria. Sono dunque 6 le regioni interessate dal cambio colore da lunedì 1 marzo in base all’ultimo monitoraggio della Cabina di regia relativo all'epidemia di coronavirus.

Zona rossa per Basilicata e Molise

In Basilicata la decisione è stata presa a fronte dell'aumento dell'indice di contagiosità Rt, passato in una settimana da 1,03 a 1,51. Un parametro decisivo, considerando che invece i posti letto occupati in terapia intensiva sono 7, numero relativamente basso ma in aumento negli ultimi sette giorni presi in esame. "Anche se al momento la pressione sulle nostre strutture sanitarie rimane entro limiti contenuti, con 7 posti occupati nelle terapie intensive, e sul territorio registriamo meno focolai di infezione, nell'ultimo periodo abbiamo assistito a un aumento significativo dell'indice di contagiosità. E questa la ragione alla base della decisione del Ministero della Salute di portare la Basilicata tra le aree del Paese dove applicare le misure più restrittive", dichiara il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi. "Un sacrificio in qualche modo inaspettato, per tanti cittadini e operatori economici lucani, che abbiamo il dovere di onorare - dice Bardi - per piegare una volta per tutte la curva dei contagi e uscire dall'incubo della pandemia. Lo dobbiamo fare per i nostri cari, per la nostra comunità e per i medici e gli infermieri, a cui va la nostra infinita riconoscenza, impegnati in prima linea nella lotta al Covid-19. La mia speranza, condivisa ne sono certo da tutti i lucani, è che questa sia l'ultima grande prova da affrontare tutti insieme prima di vedere finalmente la luce''.

Anche il Molise ha chiesto e ottenuto la zona rossa. "Ho richiesto di rendere tutta la regione Molise zona rossa da lunedì 1 Marzo. Il Governo ha accolto la mia istanza. È un momento delicato per il nostro territorio e chiedo al Governo - che gestisce la Sanità in Molise attraverso un Commissario nominato da Roma - di cambiare strategia e attivare tutte le misure necessarie. Da parte della Regione, per le residue competenze che ci rimangono, siamo a disposizione", scrive invece il presidente della Regione Molise Donato Toma su Facebook.

Zona rossa, cosa si può fare e cosa no: le regole

L'ingresso in zona rossa comporta una, stretta con misure e divieti più rigidi: chiusura di bar e ristoranti, 7 giorni su 7. L’asporto è consentito fino alle 22. Per la consegna a domicilio non ci sono restrizioni. Chiusura dei negozi, fatta eccezione per supermercati, beni alimentari e di necessità. Restano aperte edicole, tabaccherie, farmacie e parafarmacie, lavanderie, centri estetici, parrucchieri e barbieri.

A scuola, didattica a distanza per la secondaria di secondo grado, per le classi di seconda e terza media. Restano aperte, quindi, solo le scuole dell’infanzia, le scuole elementari e la prima media. Chiuse le università, salvo specifiche eccezioni.

Stop allo sport, ad eccezione di quello di interesse nazionale dal CONI e CIP. Sospese le attività nei centri sportivi. Rimane consentito svolgere attività motoria nei pressi della propria abitazione e attività sportiva solo all’aperto in forma individuale. Sono chiusi musei e mostre; chiusi anche teatri, cinema, palestre, attività di sale giochi, sale scommesse, bingo, anche nei bar e nelle tabaccherie. Per i mezzi di trasporto pubblico è consentito il riempimento solo fino al 50%, fatta eccezione per i mezzi di trasporto scolastico.

Zona arancione per Lombardia, Marche e Piemonte

“Mi ha appena chiamato il ministro della Salute, Roberto Speranza, per comunicarmelo" ha detto il governatore della Lombardia Attilio Fontana. "Prendiamo atto della decisione, ma è arrivato il momento che i tecnici e gli scienziati studino e poi ci dicano in modo chiaro e definito come superare questo stillicidio settimanale attraverso regole stabili e sicure". "Le informazioni scientifiche ormai ci sono. I cittadini e le imprese devono essere garantiti nella vita quotidiana con un orizzonte più lungo della verifica settimanale. Hanno necessità di programmare e avere maggiori certezze. Il nuovo Governo può dare un importante segnale di discontinuità su questo tema e - sono certo - avrà al suo fianco le regioni”.

Su Facebook è il presidente del Piemonte Alberto Cirio ad annunciare il passaggio della regione in zona arancione. "Il ministro Speranza mi ha appena comunicato che in base ai dati del report settimanale validato oggi (ieri, ndr) dal Cts e dal ministero della Salute, il Piemonte da lunedì sarà in zona arancione. L'Rt è cresciuto e si attesta sopra l'1 e la pressione ospedaliera sta aumentando". "Ci viene chiesto purtroppo un nuovo sforzo e so che è un sacrificio grande - aggiunge Cirio - al nuovo governo abbiamo sollecitato che i ristori per le attività costrette a fermarsi siano immediati. E' fondamentale", conclude.

"Mi dispiace moltissimo per le restrizioni che condizioneranno la nostra quotidianità e tutte le attività, ma mi preme raccomandarvi la massima attenzione", ha scritto su Facebook il governatore delle Marche Francesco Acquaroli annunciando il cambio di colore. "Sapete quanto in altre occasioni mi sono battuto per chiedere di consentire lo svolgimento di attività personali ed economiche, ma in questo momento abbiamo il dovere di fermare il prima possibile questa fase di recrudescenza del virus a tutela della salute e della sicurezza di tutti i cittadini marchigiani", ha aggiunto.

Zona arancione, cosa si può fare e cosa no: le regole

- Vietato circolare dalle ore 22 alle ore 5 del mattino, salvo comprovati motivi di lavoro, necessità e salute. Vietati gli spostamenti in entrata e in uscita da una Regione all’altra e da un Comune all’altro, salvo comprovati motivi di lavoro, studio, salute, necessità. Raccomandazione di evitare spostamenti non necessari nel corso della giornata all'interno del proprio Comune. Saranno comunque consentiti gli spostamenti dai Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, entro 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia

- Chiusura di bar e ristoranti, 7 giorni su 7. L’asporto per i bar è consentito fino alle ore 18. Per la consegna a domicilio non ci sono restrizioni. Chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi ad eccezione delle farmacie, parafarmacie, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie ed edicole al loro interno. Chiusura di musei e mostre.

- Didattica a distanza per le scuole superiori, fatta eccezione per gli studenti con disabilità e in caso di uso di laboratori; didattica in presenza per scuole dell’infanzia, scuole elementari e scuole medie. Chiuse le università, salvo alcune attività per le matricole e per i laboratori.

- Riduzione fino al 50% per il trasporto pubblico, ad eccezione dei mezzi di trasporto scolastico. Sospensione di attività di sale giochi, sale scommesse, bingo e slot machine anche nei bar e tabaccherie.

Liguria in zona gialla, cosa si può fare e cosa no: le regole

Da lunedì 1 marzo la Liguria entra in zona gialla. "Io credo che si debba cambiare passo e dare un minimo di prospettiva al Paese. Parlare solamente di chiusure generalizzate fino a oltre Pasqua senza ragionare su tutto quello che le Regioni hanno messo in campo per modificare il sistema non mi sembra francamente un cambio di passo", ha detto all'Adnkronos il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, commentando le ipotesi sulle nuove misure previste in un Dpcm per marzo in arrivo dal governo Draghi e la nuova possibile stretta che non si allenterà con ogni probabilità fino ad aprile.

In zona gialla il coprifuoco è fissato dalle 22 fino alle 5. Dopo quell’ora ci si può muovere solo per esigenze lavorative, situazioni di necessità o per motivi di salute. Per spostarsi in quegli orari bisognerà fare un’autocertificazione. Resta l’obbligo di mascherina anche all’aperto, a eccezione dei bambini sotto ai sei anni, di chi svolge attività sportiva e di chi ha patologie.

Le scuole superiori adottano la didattica in presenza almeno al 50 per cento ed entro il limite del 75 per cento. Per medie ed elementari resta la didattica in presenza, ma con l’obbligo di mascherina per i bambini con più di sei anni. Le università organizzano la didattica con le autorità regionali.

Per bar e ristoranti restano le regole di apertura dalle 5 alle 18, consegna a domicilio consentita, asporto possibile con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze. I musei possono rimanere aperti dal lunedì al venerdì tranne nei giorni festivi.

Rimangono chiusi i cinema, i teatri, le sale scommesse, le sale da gioco, le discoteche, le sale da ballo, le sale da concerto, le palestre, le piscine, i parchi tematici, le terme, i centri benessere. I negozi sono aperti ma i centri commerciali sono chiusi nel weekend.

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