"Perdite, delusioni e separazioni possono dare vita a momenti di depressione, ma si tratta di episodi fisiologici e normali. Tuttavia, se queste o altre situazioni innescano una serie di sintomi, anche gravi, che perdurano nel tempo e si ripercuotono con violenza sulla qualità della vita della persona, allora siamo di fronte ad una depressione maggiore”. Lo ha spiegato Antonio Vita, professore ordinario di psichiatria dell'università di Brescia, direttore del Dipartimento di salute mentale di Brescia e vicepresidente della Società italiana di psichiatria (Sip), a margine della conferenza organizzata da Janssen, azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson, per la presentazione di esketamina, un farmaco innovativo per il trattamento della depressione maggiore resistente alle comuni terapie.
Vita ha proseguito spiegando che "il disturbo depressivo maggiore si caratterizza per una vasta serie di sintomi psico-fisici: dalla perdita di interesse nei riguardi di tutte o quasi tutte le attività abituali alla perdita dell'appetito e all'alterazione del sonno, dalla stancabilità all'isolamento sociale, dalla difficoltà di concentrazione al senso di inadeguatezza costante fino alle ideazioni autolesive".
Lo specialista ha quindi ricordato i dati relativi all'incidenza della depressione nella popolazione italiana: "Il nostro Paese conta circa 3 milioni di casi di depressione. Di questi, oltre la metà soffre di depressione maggiore farmaco-resistente, per trattare la quale esketamina è stata appositamente formulata. Fortunatamente però questa malattia, se riconosciuta prontamente e curata appropriatamente, si supera completamente. Oggi disponiamo infatti di terapie veramente molto efficaci, che consentono un superamento pieno di questo disturbo".