L’interrogatorio del funzionario imputato per lo scandalo finanziario L’investimento petrolifero della Santa Sede in Angola non andò in porto "perché non c’erano garanzie finanziarie". Lo ha sottolineato Fabrizio Tirabassi, ex funzionario dell’ufficio amministrativo della segreteria di Stato del Vaticano, imputato nel processo per lo scandalo finanziario legato alla compravendita del Palazzo londinese di Sloane Avenue, nel corso del suo interrogatorio davanti al Tribunale. L’accusa gli contesta i reati di corruzione, estorsione, peculato, truffa e abuso d’ufficio. In particolare, Tirabassi ha raccontato che tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013, il cardinale Becciu chiese a mons. Alberto Perlasca di valutare la proposta dell’imprenditore angolano Mosquito che Becciu conosceva dai tempi in cui era nunzio in Angola come benefattore della nunziatura stessa". Il pm Alessandro Diddi ha ricordato a questo punto che anche l’allora segretario di Stato Tarcisio Bertone disse di valutare "la questione del giacimento petrolifero nella sua interezza".
Tirabassi, rispondendo a Diddi, ha poi detto che si era pensato di acquisire il 5 per cento della società Sonagol che si occupava del giacimento. Mosquito chiese alla Segreteria di Stato di intervenire come finanziatore per questo cinque per cento". A questo punto interviene il finanziere Enrico Crasso, ha riferito Tirabassi, incaricato di valutare la fattibilità dell’investimento. Quest’ultimo interessò il Credit Suisse di Londra che propose il finanziere Raffaele Mincione come gestore finanziario "in quanto - ha detto Tirabassi - esperto anche in campo petrolifero". Per il relativo studio di fattibilità eseguito da Mincione, Tirabassi ha detto che la "Santa Sede anticipò 500 mila dollari". Il tutto accadeva a fine 2013. L’affare però non andò in porto perché, come ha riferito Tirabassi, " a fine verifica Mincione riferì che non c’erano garanzie finanziarie per questo affare".
"Se ci fossero state garanzie - ha commentato Tirabassi - probabilmente la cosa sarebbe stata portata alla firma del Papa". E proprio la coincidenza dell’interessamento all’affare praticamente in concomitanza con l’enciclica del Papa sull’ambiente Laudato si’ per Tirabassi "era una cosa difficile da sostenere".