La direttrice del Dipartimento di epidemiologia e biostatistica dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) Milano: "Sì ai bimbi a rischio"
Sul vaccino anti-Covid per la fascia 5-11 anni "non c'è nessuna contrarietà, anzi va approvato proprio per coprire i bambini fragili più a rischio, chi ha patologie o immunodepressi. Rimango perplessa su una vaccinazione di massa dei bambini". Lo afferma all'Adnkronos Salute Sara Gandini, direttrice del Dipartimento di epidemiologia e biostatistica dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) Milano.
Ma non sono proprio i bambini ad essere uno dei vettori principali del virus nelle famiglie mettendo a rischio i nonni? "Molti studi inclusa una nostra meta-analisi inviata 'a revision' mostrano che i giovani contagiano significativamente meno degli adulti, inoltre gli anziani non dovrebbero essere già vaccinati?", risponde Gandini. "Dobbiamo dare la possibilità alle famiglie di scegliere, non sono per vietare né per l’obbligo, ma si può pensare di dare la possibilità di far immunizzare i bambini che vivono in famiglie con genitori o nonni fragili".
Le famiglie italiane sono pronte a far vaccinare i propri figli? "A me sembra che in Italia ci sia stata un'ampia accettazione del vaccino, le coperture sono molto elevate, anche più alte rispetto ad altri Paesi europei - riflette l'epidemiologa - Il problema è che questo vaccino è molto efficace rispetto alla malattia, ma un po' meno rispetto ai contagi asintomatici. Ecco che sinceramente non capisco l'urgenza di una vaccinazione di massa degli under 12". Guardando a quello che accade in Italia con un rialzo della curva dei casi, "a cui però non è seguito un corrispondente aumento dei ricoveri, questo è il segnale che le vaccinazioni hanno funzionato e si sta tenendo bassa la mortalità. Dovremmo esserne felici", sottolinea Gandini.
Rispetto a quanto potrebbe accadere nelle scuole quando partirà la vaccinazione per gli under 12 "non dobbiamo rischiare di creare una discriminazione nei bambini rispetto al vaccino anti-Covid", conclude.