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Unia: "3.000 apolidi in Italia, porre fine a fenomeno grave"

I fondatori dell'Unione Italiana Apolidi, a sinistra Armando Augello Cupi
I fondatori dell'Unione Italiana Apolidi, a sinistra Armando Augello Cupi
07 novembre 2022 | 17.07
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"L'apolidia è un fenomeno grave al quale bisogna porre fine. Una condizione di invisibilità giuridica per migliaia di persone su cui ancora oggi la politica non dà la giusta visibilità". A parlare è Armando Augello Cupi, 27 anni, presidente dell'Unione Italiana Apolidi (Unia). Nato a Sanremo, impossibilitato a ereditare la cittadinanza dei genitori, è stato espulso da scuola all'età di 15 anni per la sua condizione di apolidia. "Grazie al programma di Intersos e Unhcr, io insieme ad altri giovani, coscienti del vuoto di rappresentanza di chi in Italia non ha nessuna cittadinanza, abbiamo dato vita a questa associazione di apolidi per apolidi", racconta all'Adnkronos Augello Cupi.

"Nel mondo ci sono almeno 4,3 milioni di apolidi, in Italia sono circa 3mila. Cifre approssimative visto che non si può fare un censimento preciso su persone che non avendo un documento, ovviamente non sono tracciabili", sottolinea il presidente di Unia specificando che nel nostro Paese gli apolidi riconosciuti "ad oggi, secondo l'Istat, sono 552. Questi hanno un permesso di soggiorno per apolidia valido per possedere una carta d'identità grazie alla quale si ha accesso alla maggior parte dei servizi, dall'istruzione al lavoro". Tuttavia, precisa, "gli ostacoli restano anche per loro, innanzitutto dal punto di vista della disinformazione: molti hanno difficoltà all'accesso al welfare, al rinnovo del permesso di soggiorno e al titolo di viaggio per apolidi. Non si ha comunque diritto al voto, viaggiare al di fuori dell'area Schengen risulta assai difficoltoso". Se esistono ostacoli burocratici per gli apolidi riconosciuti, "figuriamoci per chi non ha un'identità legale cosa significhi vivere senza alcun diritto, senza avere modo di accedere a un affitto di casa, all'istruzione, alle cure, al lavoro e tanto altro. Sono a tutti gli effetti 'invisibili' nella società in cui vivono".

Per superare gli ostacoli "chiediamo alle istituzioni di promuovere informazioni chiare ed affidabili rivolte agli apolidi e agli uffici pubblici interessati; chiediamo - aggiunge Augello Cupi - di riformare le procedure di determinazione dell'apolidia, in modo da rimuovere i requisiti che sono eccessivamente restrittivi e renderle maggiormente trasparenti ed efficaci in linea con gli standard internazionali; inoltre chiediamo di facilitare l'accesso alla cittadinanza italiana attraverso, per esempio, la riduzione dei tempi della procedura di naturalizzazione, l'esenzione del test di lingua, insieme ad una applicazione accessibile del requisito relativo al reddito".

Domani, la conferenza stampa presso la Stampa estera a Roma organizzata da Unia, Intersos ed Unhcr, per accendere i riflettori sulla condizione delle persone apolidi in Italia e nel mondo, sarà l'occasione per ufficializzare la nascita dell'Unione Italiana Apolidi. Parteciperanno oltre ad Armando Augello Cupi, Chiara Cardoletti, rappresentante per l'Italia, la Santa Sede e San Marino di Unhcr, Cesare Fermi, direttore regionale per l’Europa di Intersos, Gad Lerner, che racconterà la propria esperienza personale di ex apolide. A moderare la giornalista di Rainews24 Raffaella Cosentino.

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