"Le conseguenze potrebbero essere molto importanti per il nostro Paese"
Vladimir Putin "si è messo in un vicolo cieco" e "se Putin è sconfitto in Russia, il partito putiniano in Italia è sconfitto due volte" e "le conseguenze" di questo scenario "potrebbero essere molto importanti per l'Italia" perché "il partito putiniano è molto esteso, molto ramificato". Il sinologo Francesco Sisci parla con l'Adnkronos e ragiona così sulla crisi ucraina in attesa del colloquio tra Olaf Scholz e Joe Biden, dopo le dichiarazioni del cancelliere tedesco al Washington Post mentre Emmanuel Macron dialoga con il presidente russo. Putin, dice Sisci, "si è messo in un vicolo cieco perché se invadesse l'Ucraina subirebbe una sconfitta militare, se si ritirasse senza aver ottenuto nulla, come è oggi il caso, allora sarebbe uno smacco politico". E questo, osserva, "significa che Putin ha già perso la sua scommessa politica in Ucraina".
Secondo Sisci, infatti, "quello che è evidente con le dichiarazioni di Scholz e l'incontro con Biden e le dichiarazioni di Macron è che in realtà Putin ha già perso, è già sconfitto". "Il punto è se ci saranno e quali saranno le conseguenze interne di questa sconfitta e come reagirà il presidente russo abilissimo giocoliere di strategia", prosegue Sisci, "certo" in ogni caso che Putin sia davanti a una "sconfitta". E, continua, "cambia la politica europea". Ovvero, "chi prima inseguiva una sorta di neutralità con la Russia di Putin si trova con Putin molto più debole o addirittura, è possibile, senza Putin, con una Russia diversa". Inutile, dice Sisci, "inseguire uno status quo che non c'è più" perché "ormai è una situazione diversa, è un'Europa diversa con una Nato oggettivamente risvegliata e in questo Putin è da solo". Poiché, insiste il sinologo dopo l'incontro di venerdì a Pechino tra il presidente russo e il leader cinese Xi Jinping, è vero che la Cina "non vorrebbe una sconfitta di Putin né una sua umiliazione, ma nemmeno vuole trovarsi intrappolata in una situazione difficile insieme alla Russia" e quindi il gigante asiatico - che pure ha "un interesse oggettivo a che l'America sia distratta in Europa" - "non sosterrà Putin a tutti i costi".
E, prosegue, nel quadro europeo "c'è una Russia che ha finito di essere quella che era stata per gli ultimi 25 anni" e che "sarà una Russia nuova". Secondo Sisci, "nei prossimi mesi e forse anche nelle prossime settimane cominceremo a vedere" questa "Russia nuova" e anche "un'Europa nuova". Perché, afferma, "a questo punto l'America aveva ragione e quindi le autonomie politiche che si volevano sviluppare in Germania o in Francia saranno molto più deboli". E "in Italia, se Putin è sconfitto in Russia, il partito putininano è sconfitto due volte perché dove vanno con una sponda putiniana molto più debole?". Per Sisci, "dimostrano di non aver capito cosa stava succedendo, hanno puntato su un cavallo perdente".
"Tanti a destra e a sinistra avevano scommesso su Putin come salvatore della Terra", ma "adesso si è rivelato la debolezza", incalza, tornando a quello che considera il "problema principale", ovvero il fatto che "l'Italia per 30 anni non ha capito cosa succedeva di politica estera". "Se non si capisce chiaramente qual è la situazione, chi vince e chi perde, chi si allea con chi - insiste - qualunque scelta è sbagliata o è giusta per caso. All'esterno ma anche all'interno perché la politica interna è figlia della politica estera specialmente per una potenza media come l'Italia". Putin, conclude, "è già in grave difficoltà e con lui quell'Europa che aveva stabilito una neutralità 'affettuosa' con la sua Russia".