Piergiorgio Giacovazzo all'Adnkronos: Il nostro interprete scappato per paura, la gente sta riattrezzando i bunker"
"Alle due del mattino ci siamo svegliati con il rumore delle bombe, qui vicino si sentivano i tonfi dell'artiglieria pesante. Io mi sono svegliato con i botti e hanno continuato fino all'alba, sentivamo il suono dei carri armati". E' la testimonianza all'Adnkronos di Piergiorgio Giacovazzo, inviato del Tg2 in Ucraina per seguire gli sviluppi del conflitto. "Il nostro interprete, necessario perché qui nessuno parla inglese o francese, ha avuto paura a rimanere -racconta Giacovazzo- ed è voluto tornare di corsa a Kiev, aveva anche la macchina con cui ci spostavamo, siamo rimasti a piedi e senza interprete".
Giacovazzo, che si trova attualmente nel Donetsk, la parte ucraina, in una città che si chiama Sloviansk, spiega che la situazione è drammatica. "E' una città che vive come si vive in guerra. Stamattina all'apertura dei supermercati c'era la fila eppure, anche ripensando a come abbiamo svuotato i market in Italia quando è scoppiata la pandemia, se tu guardi questi poveri cristi se ne vanno con una busta di plastica e un cartone d'acqua. C'è la povertà vera. La situazione è tragica". La popolazione, "per quanto non sia un popolo belligerante ma pacifico, che subisce -osserva il giornalista- è in estrema tensione, che può arrivare all'improvviso alle stelle. Stamattina, faccio un esempio, ci hanno scambiato per russi, e un uomo si è messo a gridare in mezzo a un gruppo di persone. Basta un piccolo episodio e l'escalation è un secondo, perché hanno i nervi tesissimi".
Un esempio per tutti: negli autogrill "puoi comprare le mazze da baseball. Ma qui non giocano a baseball, le tengono in auto perché non si sa mai cosa può succedere". La quotidianità è fortemente scossa dalla situazione, e anche le più piccole attività quotidiane sono attualmente difficoltose e compromesse, spiega Giacovazzo. "Un altro grosso problema è che non accettano contanti - racconta- e ci sono file chilometriche ai bancomat. Stamattina abbiamo fatto una fila di tre ore pensando di poter prelevare almeno l'equivlente di 5-600 euro, invece ci hanno fatto prelevare massimo 4.000 grivnie ucraine, che sono l'equivalente di circa 120 euro. Non sappiamo neanche come pagare l'albergo". "Tutte le case", racconta l'inviato del tg2, "hanno il bunker per ripararsi dai bombardamenti, rimasti a riposo per tanti anni: adesso li hanno riarredati, anche se alla buona, con frigoriferi, sdraio, lettini. E non è escluso che anche a noi tocchi entrare in uno di questi, nei prossimi giorni".