Per il presidente onorario dell'Anpi Carlo Smuraglia "anche quella degli ucraini è resistenza e va aiutata con le armi"; secondo il presidente uscente dell'Associazione Nazionale Partigiani Gianfranco Pagliarulo, invece, l'invio di armamenti a Kiev rischia solo di "alzare la tensione". Partigiani divisi sulla questione armi? "C'è una grandissima unità di fondo sulla contrarietà alla guerra, sul coinvolgimento dell'Italia in una guerra che rischia di essere spaventosa e terribile. Condivido pienamente la relazione del presidente nazionale Pagliarulo, ribadisco l'unità dell'Associazione sul ripudio della guerra. Al di là dell'opinione espressa dal presidente emerito Smuraglia sul tema delle armi", risponde all'Adnkronos Fabrizio De Sanctis, presidente Anpi di Roma, mentre a Riccione è in corso il 17esimo Congresso dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.
Giusto paragonare la resistenza degli ucraini oggi a quella dei partigiani nella seconda guerra mondiale? "E' un po' forzato il paragone tra ucraini e partigiani, non è un paragone riferibile all'attualità. E' forzato perché paragoniamo due periodi storici differenti: allora c'era una guerra mondiale, oggi dobbiamo fare di tutto per evitare che una guerra mondiale esploda. Allora si combatteva anche per la pace, è una situazione difficile da assimilare a quella di oggi. Abbiamo un aggredito e un aggressore che ha violato le leggi internazionali, ma non tutto è riconducibile allo schema della seconda guerra mondiale", conclude De Sanctis.