Come riportato dal New York Times, da settembre gli indigeni della tribù dei Marubo hanno accesso a internet ad alta velocità sperimentando per la prima volta sia i vantaggi sia le insidie della rete
La tribù dei Marubo, da secoli residente lungo le sponde del fiume Ituí nella foresta amazzonica, è una di quelle tribù che è stata isolata dal resto del mondo in modo completo e assoluto solo fino a poco tempo fa. In un territorio aspro e difficile, con villaggi raggiungibili solo dopo una settimana di viaggio, questi indigeni tuttavia da settembre hanno avuto accesso a internet ad alta velocità grazie all'iniziativa dell'imprenditrice americana Allyson Reneau, che ha donato alla tribù 20 antenne Starlink del servizio satellitare di Elon Musk.
Come raccontano sul New York Times, il giornalista Jack Nicas e il fotografo Victor Moriyama, che hanno percorso più di 80 km di foresta amazzonica per raggiungere i villaggi della tribù Marubo, i circa 2.000 membri della tribù sono oramai connessi al mondo digitale, sperimentando sia i vantaggi sia le insidie della rete.
Se tra i benefici esiste sicuramente quello della facilità di contattare i soccorsi in caso di emergenze, tuttavia, l'accesso a internet non è esente da complicazioni. I leader della tribù stanno infatti manifestando una crescente preoccupazione per l'esposizione dei giovani a contenuti inappropriati, come la pornografia, che circola liberamente nelle chat di gruppo. Questa nuova esposizione sta provocando cambiamenti comportamentali preoccupanti, inclusi atteggiamenti sessuali più aggressivi tra i giovani uomini, una situazione che si discosta dalle tradizioni conservative di una tribù che per centinaia di anni ha sempre avuto un suo specifico idioma e assume "ayahuasca" (liana degli spiriti) per connettersi con gli spiriti della foresta.
Il leader del popolo Marubo, Alfredo Marubo, ha condiviso con il New York Times la sua ansia confermando la preoccupazione per il comportamento dei giovani e per il calo della comunicazione reale all'interno delle famiglie dove invece viene prediletta la connettività. La nuova dipendenza dai dispositivi digitali e l'esposizione a contenuti inappropriati stanno alterando il tessuto sociale e culturale che ha tenuto unita la tribù per generazioni.
In questo contesto, le osservazioni del psicopedagogista Stefano Rossi, creatore del Metodo Rossi, sembrano adattarsi perfettamente anche alla nostra quotidianità. Secondo Rossi, " Quello che si sta verificando in questa popolazione non è diverso da quanto è già accaduto nelle nostre vite. Il termine corretto è alienazione. Lo smartphone è progettato dal primo all’ultimo pixel per attaccarci allo schermo distaccandoci dalle relazioni reali e il dato sulla violenza e i comportamenti sessuali dovrebbe farci riflettere e ci dimostra perché famiglia e scuola devono avere il coraggio di pensare con gli adolescenti i temi dell’educazione affettiva. Nel porno l’altro non è più un soggetto ma un oggetto da usare e gettare via. Senza le parole di noi adulti i modelli, non solo sessuali, ma soprattutto relazionali fanno scuola…".
Crediti Immagine di copertina New York Times/Victor Moriyama