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Friedkin acquistano l'Everton, la Roma verso un nuovo socio?

Lo scenario per la società capitolina, dal progetto tecnico a quello per il nuovo stadio, risente da mesi delle mosse per lo sbarco in Premier League

Il progetto del nuovo stadio della Roma
Il progetto del nuovo stadio della Roma
23 settembre 2024 | 13.34
LETTURA: 3 minuti

I Friedkin hanno acquisito l'Everton. Dopo le indiscrezioni, è arrivato il comunicato ufficiale. La domanda, ora, è soprattutto una: che fine fa la Roma? Una delle settimane più difficili della storia della società capitolina, iniziata con l'esonoro di Daniele De Rossi e finita con le dimissioni della Ceo Lina Souloukou e la contestazione dell'Olimpico, ha aperto uno scenario pieno di punti interrogativi sul futuro a Trigoria.

L'Adnkronos raccoglie da fonti vicine agli affari del gruppo Friedkin un'indicazione che aggiunge un tassello al complicato mosaico: "Non c'è una sola opzione sul tavolo ma con lo sbarco in premier l'investimento sulla Roma dovrebbe trovare rapidamente una copertura". Si va verso la cessione o verso l'ingresso di un nuovo socio? La sequenza di fatti di questi giorni sembra dire di sì.

La stesse fonti hanno evidenziato nelle scorse ore come la situazione sia in rapida evoluzione. Le dimissioni di Souloukou , come l'agenzia ha raccontato, sono arrivate non solo per le pressioni ambientali ma anche per gli errori commessi, a partire proprio dalla clamorosa sottovalutazione delle conseguenze della rottura con Daniele De Rossi.

C'è però, si fa notare, "un legame molto stretto fra quello che si muove in Inghilterra sul piano finanziario e le conseguenze a Roma, sul piano sportivo". La gestione della società negli ultimi mesi, dall'esonero di Mourinho in poi, è stata orientata anche dagli sviluppi del dossier Everton. Lo dimostra anche l'altro dossier sensibile, quello del nuovo stadio, con lunghe pause e accelerazioni improvvise. Il piano triennale affidato a Daniele De Rossi, con un investimento e una delega importante a una bandiera romanista, aveva un senso nelle strategie complessive del gruppo Friedkin e doveva contribuire a dare stabilità e prospettiva.

Poi qualcosa è cambiato. Non solo nei rapporti fra De Rossi e Souloukou, come ampiamente emerso, ma anche nella fluidità delle comunicazioni tra il management a Roma, essenzialmente ridotto alla Ceo, e la proprietà americana. E anche nelle valutazioni di Dan e Ryan Friedkin, con i punti di vista di padre e figlio non sempre concordanti anche rispetto alla valutazione dei risultati sul campo.

Della confusione di queste ultime settimane ha fatto le spese per primo Daniele De Rossi. Ma anche il rapporto tra la famiglia Friedkin e la piazza ne è uscito malissimo. Un rapporto che era solido e che ora sembra inevitabilmente compromesso. Chi conosce da vicino la proprietà americana evidenzia come Dan e Ryan siano di fronte a un bivio: ridimensionare il loro impegno, più o meno drasticamente, o rilanciare con un piano che sia in grado di ristabilire una connessione fra la società Roma, e quindi i Friedkin, e la città di Roma. (Di Fabio Insenga)

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