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Abodi: "Jankto e coming out? Non amo ostentazioni". Opposizioni insorgono

Schlein: "Parole gravi e omofobe". Zan: "Che fatica con questi". Magi: "Abodi chieda scusa"

Abodi:
10 luglio 2023 | 13.27
LETTURA: 4 minuti

"Non amo, in generale, le ostentazioni, ma le scelte individuali vanno rispettate per come vengono prese e per quelle che sono". Andrea Abodi, ministro per lo Sport, risponde così ad una domanda su Jakub Jankto. Il calciatore ceco recentemente ha fatto coming out rendendo pubblica la propria omosessualità. Il centrocampista, che in passato ha indossato le maglie di Udinese e Sampdoria, torna in Serie A con la casacca del Cagliari. Jankto è il primo calciatore europeo di alto livello a fare coming out (Video).

"La società probabilmente, in generale, ancora qualche passo in avanti può farlo. Per quanto mi riguarda è prima di tutto una persona e secondo è un atleta. Non faccio differenze di caratteristiche che riguardano la sfera delle scelte personali. Se devo essere altrettanto sincero non amo, in generale, le ostentazioni, ma le scelte individuali vanno rispettate per come vengono prese e per quelle che sono. Io mi fermo qui", dice Abodi a Radio 24.

Più tardi, su Twitter, il ministro precisa: "Per me esistono le persone. Ho parlato di rispetto per le scelte e, aggiungo con convinzione e per correttezza, per la natura umana. Rispetto è un valore non equivocabile, da garantire. Poi, posso non condividere alcune espressioni del Pride?".

Le opposizioni insorgono. Quello usato dal ministro Andrea Abodi "è uno dei classici argomenti omofobi: fate pure quello che volete, basta che non si veda perché non avete pieno diritto di cittadinanza" commenta Elly Schlein a Metropolis, web talk del gruppo Gedi. "Sono affermazioni molto gravi - sottolinea Schlein - Anzi sarebbe opportuno che chi sta nelle istituzioni agevolasse percorsi di coming out, specie in settori come lo sport dove sono rari proprio per il clima che c'è. Le istituzioni dovrebbero stare al fianco, sono la casa di tutti anche della comunità Lgbt+".

"Resto inorridita per le parole usate dal Ministro Andrea Abodi che definisce 'ostentazione' la scelta del calciatore Jakub Jankto di dichiarare il proprio orientamento sessuale. Le affermazioni del Ministro risultano spiacevoli e inopportune, a maggior ragione perché ricopre una carica istituzionale", dichiara Pina Picierno del Pd, vicepresidente del Parlamento europeo. "Purtroppo si tratta dell'ennesimo segnale che rivela la cultura politica omofoba e retrograda di questo Governo, il cui posizionamento in termini di diritti sembra voler cancellare anni di conquiste e di progresso. #loveislove".

"Ma proprio non ce la fanno a trattenersi? - commenta la capogruppo Pd alla Camera, Chiara Braga, su Twitter - Oggi è la volta del Ministro #Abodi. L’unica ostentazione a cui assistiamo è quella di ministri ottusi e chiusi nel loro oscurantismo anni ‘50. Sempre contro chi chiede diritti, libertà, giustizia, soprattutto donne e comunità Lgbtqia+".

“Ripetiamo ancora una volta, oggi insieme al ministro dello Sport Abodi: l’orientamento sessuale non è una scelta, come non si sceglie l’etnia o qualsiasi altra condizione personale. Quindi nessuna ostentazione e nessuna scelta. Che fatica con questi…” il tweet di Alessandro Zan, deputato e responsabile Diritti della segreteria nazionale del Pd.

Ivan Scalfarotto di Iv twitta: "Scelte, ostentazioni, eccessi del Pride… cose che un ministro di un altro paese avanzato non si sognerebbe nemmeno di pensare, figurarsi dichiararle alla stampa. Ma perché in Italia si deve fare così tanta fatica? #Abodi".

Per Riccardo Magi, segretario di +Europa, Abodi deve chiedere scusa. "Leggo le dichiarazioni del ministro dello Sport Abodi e capisco perché nello sport esiste ancora tanta tanta omofobia - afferma Magi - Jankto ha detto solo di essere una persona Lgbti+. Di quale ostentazione parla Abodi? La verità è che come in altri ambiti della società, gli sportivi sono molto più avanti dei loro dirigenti, che rappresentano un mondo che non esiste più. Anzi, persone come Jankto aiutano altri sportivi, in particolare in un ambiente omofobo come quello del calcio, a fare coming out. Ed è questo il significato dei Pride, anch’essi bollati come ostentazione dal ministro: aiutare le persone a vivere la propria sessualità in maniera gioiosa e non invece, come vorrebbe Abodi, nascondendosi". "La vera domanda che dovrebbe porsi il ministro - conclude il deputato - è perché nello sport così poche persone si sentono libere di dichiarare la propria sessualità rispetto ad altri settori. Si faccia questa domanda e si dia una risposta. Abodi chieda scusa a Jankto e a tutta la comunità LGBTI+".

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