Il ministro in disaccordo con il Cts: "Confido che il Consiglio dei Ministri possa quanto prima elaborare una linea univoca e fornire le risposte chiare che il Paese attende"
Il recente parere del Comitato tecnico scientifico della Protezione civile è "decontestualizzato dalla realtà dei fatti" e sulla ripresa del calcetto e degli sport di contatto la decisione ultima spetta al governo, che deve dare la linea. E' in sintesi quanto scrive il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, in una lunga lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Giusepe Conte, e al collega della Salute, Roberto Speranza, che si conclude con un'esortazione: "Confido che il Consiglio dei Ministri possa quanto prima elaborare una linea univoca e fornire le risposte chiare che il Paese attende".
"Il recente parere del Comitato Tecnico Scientifico sullo sport di contatto sembra decontestualizzato dalla realtà dei fatti e prefigura ulteriori sacrifici a migliaia di operatori del mondo sportivo -attacca Spadafora-.A seguito delle difficili settimane di lockdown, la riapertura delle attività economiche e sociali del Paese, realizzata grazie al senso di responsabilità di cittadini, artigiani professionisti e imprese, mostra, d’altronde, quotidiane scene di assembramenti che paiono caratterizzarsi per senso di ineluttabilità. Solo a titolo esemplificativo, non posso non menzionare le immagini di manifestazioni politiche, culturali e sportive, le stazioni affollate e le piazze e strade gremite. Assistiamo sempre più frequentemente a forme di utilizzo delle mascherine assai difformi dal loro effettivo scopo".
"So bene quanto importante sia il rispetto delle norme di distanziamento fisico, ma non credo si possa prescindere dall’osservazione empirica di quanto accade sotto i nostri occhi. Diventa sempre più difficile spiegare il motivo di posizioni del tutto intransigenti e, nello specifico, dell'impossibilita di individuare soluzioni e percorsi che, a certe condizioni, possano consentire la ripresa degli sport di contatto e soprattutto delle attività sportive amatoriali (partite di calcetto, beach volley, pallavolo, ecc.)".
"In questa direzione, stanno andando, del resto, quasi tutte le regioni italiane, ponendosi per il Governo un tema la cui cifra va oltre quella della tutela sanitaria. L’attuale situazione sta determinando un duplice effetto negativo: da un lato, migliaia di Associazioni sportive dilettantistiche e Società sportive dilettantistiche sono costrette a cessare le proprie attività e a licenziare di fatto i propri collaboratori; dall’altro, gli sforzi sinora compiuti rischiano di essere seriamente compromessi".
"Per altro verso, non può sfuggire che le risorse messe a disposizione per il sostegno al mondo delle ASD e le SSD non siano pienamente sufficienti a soddisfare tutti i bisogni che, nei prossimi mesi, potrebbero accrescersi. Ecco perché ritengo che, pur riconoscendo l’alto valore del lavoro svolto in questi mesi dalle Autorità Sanitarie, il citato parere del Comitato non sia del tutto dirimente".
"Del resto, le valutazioni di specie non spettano esclusivamente al CTS ma al Governo, che, nella piena assunzione delle proprie responsabilità, si determina sulla base del contesto generale, in ordine ad un quadro di valutazioni più ampie e approfondite. Inoltre, il ritardo nella ripresa degli sport di contatto e, in generale dello sport amatoriale di base, rischia di incentivare l’organizzazione spontanea delle attività in piazze, parchi e altri spazi pubblici, senza garantire il rispetto delle regole e il monitoraggio previsto dal Protocollo “Sport di Base” approvato dalla Conferenza delle Regioni, emergendo cosi una certa disomogeneità nelle valutazioni espresse sin qui dallo stesso CTS".
"Ritengo pertanto opportuno tenere in considerazione il complesso delle osservazioni fin qui esposte, maturate in esito alle interlocuzioni intercorse con la Conferenza Stato-Regioni, le Federazioni di tutte le discipline sportive e gli altri soggetti del mondo dello sport".