"Alex si riprenderà la vita con la stessa fame di prima, anzi di più, se il fisico glielo permetterà. Perché lui è così, perché è così". Manuel Bortuzzo, il giovane nuotatore romano in sedia a rotelle dopo essere stato raggiunto da tre colpi di pistola nel 2019, parla con 'la Repubblica' del suo rapporto con Alex Zanardi, in condizioni stabili ma sempre gravi nell'ospedale di Siena dove è stato ricoverato dopo l'incidente di ieri mentre era in handbike.
"Mi ha mandato un messaggio quando ho avuto l’incidente -dice Bortuzzo -. Io ci sono, mi ha scritto, dandomi incoraggiamento e forza. Diceva che avrebbe avuto piacere a incontrami privatamente, senza clamori e senza telecamere, solo per fare quattro chiacchiere e stare con me. Poi purtroppo non ci siamo riusciti, ma lo aspetto. Il fatto curioso è che io lo vedo tutti i giorni: c’è un murale gigantesco col suo volto nella rotonda dove passo sempre vicino casa a Roma. È bellissimo, e ogni giorno vedo un uomo grande".
Come si ricomincia a vivere dopo un fatto così? "Da vivi. Cioè da persone fortunate, come dice sempre Alex. E io sono d’accordo: chi attraversa tragedie come le nostre, si cerca dentro sempre l’opportunità. Sì, sembra un ossimoro parlare di fortuna, anzi ci prendono un poco per matti, ma la verità è che siamo benedetti a essere qua. Quando rischi di non avere più niente, quello che hai diventa tutto di guadagnato, un dono, altre possibilità e bellezza. Sperando che vada tutto per il verso giusto, Alex avrà tutto da riguadagnarsi ancora, ancora una volta".
"Ogni sport ha i suoi rischi, ma non si possono colpevolizzare perché magari ti sparano mentre fai tutt’altro - continua Bortuzzo -. Il suo l’ho sempre rispettato perché quando li vedi che si allenano per strada dici cavolo, è una cosa un po’ da folli, una disciplina davvero estrema e di conseguenza sono estremi anche i rischi. Ma quando è la passione a guidarti, i pericoli te li corri, non ci pensi. L’unica cosa che mi auguro adesso, quando ancora non conosciamo perfettamente il suo quadro clinico, è che non debba passare neanche un giorno di sofferenza vera perché ne ha passati già troppi. Una batosta che non auguri a nessuno, tanto meno a uno come lui: mi sconvolge, mi fa male".