"Mi dispiace la sconfitta e soprattutto avere lasciato i miei fratelli! Però sono orgoglioso del colore della mia pelle. Di essere francese, senegalese, napoletano: uomo". Sono le parole affidate ai social dal difensore Kalidou Koulibaly vittima ieri sera di cori razzisti nel corso del match contro l'Inter a San Siro. Il giocatore del Napoli è stato espulso all'81' per aver applaudito l'arbitro Mazzoleni che lo aveva ammonito.
A intervenire sulla vicenda, nel post partita, anche l'allenatore del Napoli, Carlo Ancelotti, che ai microfoni di Sky Sport ha commentato: "Abbiamo chiesto per tre volte la sospensione della partita per gli ululati a Koulibaly. Sono stati fatti gli annunci dallo speaker, ma la partita è andata avanti. Ci sono stati ululati per tutta la partita e il giocatore non è stato lucidissimo - ha sottolineato il ct degli azzurri -. Al momento dell'espulsione era nervoso e il suo stato d’animo non era dei migliori. Solitamente è educato e professionale, ma lui tiene molto a queste cose. Vogliamo sapere quando una partita può essere interrotta. Altrimenti ci fermiamo noi la prossima volta, non importa se ci danno la partita persa".
"Inter vuol dire integrazione, accoglienza e futuro. La storia di Milano è fatta di questo, di inclusione e di rispetto. Chi non comprende la nostra storia, questa storia, non è con noi". Questa la condanna dell'Inter in un comunicato.
"In relazione ai fatti accaduti durante la partita Inter-Napoli di ieri e alla conseguente decisione assunta dal giudice sportivo della Lega Nazionale di Serie A il Club ribadisce che dal 9 marzo del 1908 Inter significa integrazione, accoglienza e futuro. La storia di Milano è fatta di questo, di inclusione e di rispetto", si legge ancora nella nota.
"Assieme alla nostra città - sottolinea l'Inter - noi lottiamo da sempre per un futuro senza discriminazioni. Ci impegniamo nel territorio facendoci portavoce di questi valori che sono da sempre un vanto per il nostro club. L'Inter è presente in 29 paesi del mondo, dalla Cambogia alla Colombia, dove oltre diecimila bambini sono coinvolti nel progetto Inter Campus, che ha l'obiettivo di restituire loro il diritto al gioco in contesti delicati, attività la cui importanza è stata riconosciuta anche dall'Onu".
"Da quando una notte di 110 anni fa i nostri fondatori hanno messo la firma su quello che sarebbe stato il nostro percorso, noi abbiamo detto no ad ogni forma di discriminazione. Per questo - conclude il comunicato - ci sentiamo in dovere oggi, una volta di più, di affermare che chi non dovesse comprendere e accettare la nostra storia, questa storia, non è uno di noi".
Intanto arriva la decisione del giudice sportivo: due giornate di squalifica per i giocatori del Napoli Lorenzo Insigne e Kalidou Koulibaly. Per Insigne oltre ai due turni di stop è stata disposta anche una ammenda di 10mila euro "per aver rivolto al direttore di gara un epiteto gravemente insultante". Nei confronti dell'Inter decise inoltre due gare a porte chiuse e un'ulteriore partita con il settore 'secondo anello verde' senza spettatori.