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Timothee Chalamet a Roma per biopic su Bob Dylan: "Spero Totti lo veda"

L'attore americano è tifoso della Roma: "Aspetto l'endorsement di Francesco"

Timothée Chalamet
Timothée Chalamet
17 gennaio 2025 | 15.51
LETTURA: 3 minuti

"Non posso immaginare un altro film, abbiamo dato il 160% di noi stessi per Dylan". Timothée Chalamet presenta 'A Complete Unknown', il non-biopic di Bob Dylan, diretto da James Mangold, dal 23 gennaio in sala.

Torniamo a New York, nei primi anni '60, sullo sfondo di una vibrante scena musicale e di tumultuosi sconvolgimenti culturali, un enigmatico diciannovenne del Minnesota, Bob Dylan, arriva nel West Village con la sua chitarra e un talento rivoluzionario, destinato a cambiare il corso della musica americana e mondiale.

Basato sul libro Il giorno che Bob Dylan prese la chitarra elettrica (Vallardi), è interpretato anche da Edward Norton (Pete Seeger), Elle Fanning (Sylvie Russo), Monica Barbaro (Joan Baez) e Scoot McNairy (Woody Guthrie).

"Non so se la lezione culturale, politica e sociale dei primi lavori di Dylan abbia qualcosa da insegnare ai giovani, in termini di spirito creativo e trovare sé stessi, io penso che la lezione possa essere l'autocreazione, non sentirsi limitati", dice Chalamet, che non ha incontrato Dylan. Incassato l'appoggio di Neill Young, l'attore americano scherza in conferenza stampa a Roma: "Aspetto l'endorsement di Francesco Totti, ma quando arriva? Spero veda il film".

"In A Complete Unknown Chalamet dice che le persone dimenticano il passato e ricordano quel che vogliono, e Dylan era pure cantastorie, ma io metto in dubbio questa tesi: tutti – osserva Mangold – inventiamo la nostra vita, enfatizziamo la parte eroica e minimizziamo i fallimenti". Il regista di Quando l'amore brucia l'anima - Walk the Line dedicato a Johnny Cash, qui incarnato da Boyd Holbrook, aggiunge: "Non c'è una verità assoluta, ho parlato con Dylan, ho letto tutto, e tutti si contraddicono: nei doc si recita, nei biopic ci si mette al centro, qui ho cercato un tono verità, che solo il cinema può fare. Il pericolo era che il lavoro esterno degli attori fosse così interessante da fare svanire lavoro interno, sicché era necessario trovare un equilibrio".

Norton, che incarna il cantautore folk Seeger, si è preparato con YouTube, "è sorprendente quel che trovi, ci sarebbe voluto un anno di lavoro l'avessimo fatto due decenni fa, è davvero sorprendente quel che puoi trovare su YouTube", mentre Barbaro condivide quel che la sua Joan Baez ha detto di recente: "Se cerchi fare qualcosa di perfetto lo deprivi di interesse, non c'è la biografia qui, ci sono i doc per quello, sapere che avevamo la libertà essere umani nelle scene è stato fondamentale".

Sul rapporto tra ieri e oggi, Chalamet rivendica a quegli Anni Sessanta "ottimismo e sincerità, laddove le sfide della mia generazione attaccata al telefono sono forse più ampie: davanti a una canzone politica le persone alzano gli occhi al cielo, 'oddio, qual è la tua vera motivazione?'. Non voglio essere cinico, magari qualcuno romperà questa associazione". Del suo Dylan dice che "nella sua automanifestazione al mondo non ha archetipi da inseguire, bensì ha man mano tirato fuori chi voleva essere. Come lui, nutrivo il desiderio di qualcosa di più grande senza sapere cosa fosse, ma volendolo: lui la musica, io i casting".

Ancora sul menestrello, Mangold: "L'essere guardingo di Dylan non era un respingere le persone, ma mantenere lo spazio fra gli orecchi sgombro: bisogna proteggere la propria stella polare artistica, la condivisione porta con sé il rischio di banalizzare cose magiche, parlandone troppo si possono rovinare".

Gli fa eco Barbaro, "i versi di Dylan hanno a che fare con l'ipocrisia umana", con Norton a rincarare la dose: "Dylan non è una stella polare, parlare del significato riduce il potere delle sue canzoni: lo diceva lui, e vale anche per i film, che ciascuno tragga il messaggio che crede".

Conclude Mangold, sui roghi che hanno devastato Los Angeles: "Tutti noi conosciamo qualcuno che ha perso casa, comunità, tutto. Serviranno anni per riprendersi".

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