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Senardi (Club Tenco): "Premio un successo, ora entrare nelle scuole"

Si chiude a Sanremo la kermesse 2024 dedicata alla canzone d'autore. Stefano Senardi, membro del consiglio direttivo, traccia un bilancio e lancia appello al governo: "Ristori per sopravvivere"

Pietro Senardi, membro del consiglio direttivo del Club Tenco che organizza il Premio Tenco a Sanremo
Pietro Senardi, membro del consiglio direttivo del Club Tenco che organizza il Premio Tenco a Sanremo
19 ottobre 2024 | 17.22
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Il sipario sul Premio Tenco calerà stasera ma Stefano Senardi non ha dubbi: "Penso che il bilancio sia positivo" dice conversando con l'AdnKronos il membro del consiglio direttivo del Club Tenco a poche ore dalla chiusura, sul palco dell'Ariston di Sanremo, della rassegna dedicata alla canzone d'autore. "La cosa che mi rende felice è che ogni anno andiamo avanti - osserva - e vedo che progressivamente riusciamo a buttare giù quelle barriere che assieme a Sergio Staino e a Sergio Secondiano Sacchi si era deciso di abbattere già nell'edizione che chiamammo 'La musica senza aggettivi".

Di acqua sotto i ponti ne è passata, 50 anni sono un traguardo significativo ma Senardi non sembra viverla con nostalgia. Anzi. "Dobbiamo renderci conto che il cantautorato assume nuove vesti e che dobbiamo essere più vicini al mondo giovanile - sottolinea -. Ai nostri tempi abbiamo frequentato un ambito storico e culturale differente, però non possiamo essere distaccati dal mondo che cambia. Al tempo stesso, dobbiamo mantenere coerenza e il nostro spirito critico rispetto a determinante forme di espressione sulle quali non sempre siamo d’accordo".

Dopo tutti questi anni l'anima del Premio, garantisce, è intatta. "Bisogna ricordarci che il Tenco nasce per essere dalla parte della musica di qualità - avverte Senardi -. Amilcare Rambaldi, che mise insieme la prima manifestazione affiancato da personaggi illustri come Ivan Graziani, Francesco Guccini, e Roberto Vecchioni aveva come scopo quello di riunire chi voleva raccogliere il messaggio di Luigi Tenco. Come recita il nostro statuto si tratta di valorizzare la canzone d’autore ricercando anche nella musica leggera dignità artistica e poetico realismo. Questa era la nostra bandiera e lo è tuttora".

Quello che manca, semmai, è un riconoscimento maggiore da parte delle istituzioni. "Pur essendo sostenuti e aiutati dal Comune di Sanremo, dalla Siae, nostro maggiore sponsor, dalla Regione Liguria e da tante altre realtà, noi siamo un'associazione no profit. Lavoriamo gratuitamente e spesso a nostre spese non perché siamo dei missionari ma perché, anche quando subiamo attacchi, crediamo che la funzione culturale e morale del Tenco sia fondamentale. Noi cercheremo di migliorare alcuni aspetti, come la situazione della rotazione delle targhe, che comunque mi sembra già messa in bolla. Qualcuno dice che i votanti sono troppi, ma ci stiamo muovendo al meglio cercando di far tesoro di critiche e suggerimenti". Alle istituzioni, in particolare, Senardi lancia un appello: "Chiediamo dei ristori, non pretendiamo niente rispetto a quello che è stato dato alle multinazionali dello spettacolo ma qualcosa per sopravvivere".

Intanto, nel breve termine, tra gli obiettivi del Club c'è quello di entrare nelle scuole. "Con le altre Fondazioni e premi, come il Gaber, il De Andrè o il Dalla, ma anche l'Officina Pasolini, Musicultura, e gli amici di altre rassegne che senza pretese di profitto si danno da fare per preservare la musica di qualità - spiega - dobbiamo fare rete e presentare il nostro progetto al governo e al ministero dell'Istruzione, perché siamo convinti che la musica d’autore debba entrare nella scuola dell’obbligo. Necessitiamo di un riconoscimento ufficiale. Non possiamo spegnerci, abbiamo bisogno di club, che stanno morendo, e di offrire ai giovani che vogliono sperimentare la possibilità di farlo".

Proprio ai giovani il Club spalanca le sue porte: "A volte ci chiedono che rapporto abbiamo con la trap o il rap - evidenzia Senardi -. Non abbiamo alcun tipo di preclusione, anche se c’è una parte di questo flusso musicale che a livello di contenuti non rientra nei nostri principi morali e artistici. Però ce ne è un’altra che parla di libertà e solidarietà. Noi abbiamo anche istituito il Premio Yorum per gli artisti che nel loro Paese sono in galera o rischiano l'impiccagione, come il rapper iraniano, Toomaj Salehi. Non abbiamo preclusioni, le nostre porte sono sempre aperte, così come la nostra voglia di sederci attorno a un tavolo e parlare".

Senardi risponde anche alla dura critica mossa dalla famiglia di Luigi Tenco, che ha accusato la rassegna di essere ferma a 10 anni fa, evidenziando che l'attuale direttivo è estraneo ai valori del club. "La famiglia Tenco dovrebbe accettare il nostro invito e venire a vedere il Premio - ribatte -. C’è il massimo della legittimità ma ogni anno, solo nei giorni del Premio, si vogliono avere delle ragioni che non ci sono. Quando alla domenica si spengono i riflettori sulla kermesse tutte queste rivendicazioni apparenti finiscono nel nulla". Nessun spirito di polemica da parte di Senardi: "Non voglio dire che ci sia ricerca di visibilità però le critiche ogni anno nascono solo durante la rassegna mentre noi lavoriamo tutto l’anno, gratuitamente".

Sull'operato del club "non ci sono ombre" garantisce: "Possono esserci margini, anche ampi, di miglioramento ma quello che ci guida è la passione e la diffusione di questo patrimonio culturale fantastico, prima che un domani non si ricordi che sono esistiti artisti come Ivano Fossati o Lucio Dalla, andando al tempo stesso a cercare i nuovi Franco Battiato e Francesco De Gregori. Noi amiamo la musica, crediamo nel progetto e pensiamo che sia un lavoro e che meriti molto rispetto. Poi polemiche ce ne sono sempre, cosa posso dire? Significa che siamo visibili..."

(di Federica Mochi)

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