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Festa del Cinema di Roma, Tommaso Romanelli racconta il padre, un doc sul velista perso nell’Atlantico

Al centro di 'No More Trouble - Cosa rimane di una tempesta' Andrea Romanelli che nel 1998 ha perso la vita mentre tentava il record nella traversata

Il velista Andrea Romanelli
Il velista Andrea Romanelli
18 ottobre 2024 | 08.25
LETTURA: 2 minuti

Sono passati più di 25 anni da quando Andrea Romanelli progettista navale e velista, è scomparso in mare: stava tentando, con Giovanni Soldini, il record nella traversata dell’Atlantico. Nel 1998 il figlio Tommaso aveva 4 anni e ora, da regista, affronta un viaggio nella memoria alla scoperta del padre nel docufilm ‘No More Trouble - Cosa rimane di una tempesta’, in anteprima ad Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma. “Mi è servito per elaborare il lutto”, spiega Tommaso Romanelli nell’intervista all’Adnkronos. “Mi trovavo in un momento di grande difficoltà. Andando in analisi ho capito che dovevo costruire un rapporto con mio padre, che non conoscevo”.

‘No More Trouble’ è nato 5 anni fa quando “a casa ho trovato delle videocassette che erano nella mia stanza. Dopo aver premuto play, mi sono apparse le ultime immagini di mio padre”, ricorda Romanelli. Un momento sconvolgente e rivelatorio. “Ho scoperto questa persona molto simile che non conoscevo. E da qui è partito tutto: ho iniziato a raccogliere il materiale unendolo alle testimonianze che erano con lui sulla barca, come Giovanni Soldini”. Per il velista vedere Tommaso è stato come ritrovare l’amico e collega Andrea. “L’ho riempito di domande, volevo sapere ogni dettaglio”, racconta il regista.

A 26 anni da quel giorno cosa resta? Per Tommaso “l’assenza non va via, ora ha un volto e una voce. L’ho riempita di immagini e di colori. Ho lavorato sul materiale d’archivio per oltre 6 mesi: sentire e risentire mio padre mi ha aiutato a trasformare il vuoto in qualcosa di concreto”. Ora “ho fatto pace con il passato”, ammette il regista. Una storia così intima e personale ma anche universale: “raccontiamo il rapporto tra un padre e un figlio, ma anche la passione per il mare, l’ignoto, la natura, la competizione e la determinazione di un uomo che costruisce la barca più veloce del mondo”, conclude Romanelli. Il documentario sarà distribuito prossimamente al cinema da Tucker Film.

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