In occasione dell'uscita del primo Ep 'Finta Nostalgia', l'artista parla del suo nuovo rapporto con il mondo online, delle pressioni della popolarità e della consapevolezza acquisita. In attesa di tornare all'Ariston, si prepara alla laurea con una tesi sul gender gap nell'industria musicale
Matteo Romano è pronto a ripartire a concretizzare un viaggio iniziato anni fa, prima sui social e poi sul palco dell'Ariston, e che lo ha portato fino a qui. E', infatti, uscito 'Finta Nostalgia', il primo Ep del giovane artista appena 22enne: un progetto che racchiude non solo la sua evoluzione musicale, ma anche il suo percorso di crescita personale che si rispecchia nella sua musica e che lo ho portato a vivere i social in maniera diversa. Lui che su Tik Tok è diventato 'Virale' (come il titolo del brano sanremese del 2022) adesso guarda ai social con uno sguardo più maturo: "Li vedo come un'opportunità ma sono riuscito a distaccarmene. È pericoloso vedere i social come un'estensione della realtà", dichiara in un'intervista all'Adnkronos. (VIDEO)
L'Ep, composto da nove tracce, offre un mix di brani già noti al grande pubblico e inediti, svelando l'anima di un artista in continua evoluzione. Tra i pezzi che hanno contribuito al successo di Matteo troviamo 'Concedimi' (doppio disco di platino), 'Virale' (disco di platino), la collaborazione con Luigi Strangis in 'Tulipani Blu', 'Casa di Specchi' e la più recente 'Assurdo' fino a 'Tornado', il singolo da poco uscito che ha anticipato l'album. "Il filo conduttore è la mia necessità di esprimermi attraverso le canzoni e vedere quanto sono cresciuto, pur rimanendo sempre la stessa persona", racconta l'artista cuneese. E "la mia è una nostalgia un po' finta, anche perché a 22 anni che nostalgia vuoi vivere? È più un ripercorrere quello che è stato".
La scelta di pubblicare l'Ep adesso, e non subito dopo l'esperienza di Sanremo, è stata dettata dalla necessità di prendersi del tempo: "Mi sono preso tanto tempo per questo Ep perché sono perfezionista e volevo trovare la chiave giusta per tirare fuori il me più autentico". Il successo ottenuto grazie ai social, e la successiva partecipazione a Sanremo, sono stati vissuti da Matteo come un'esperienza vorticosa: "Lì sul momento non me ne accorgevo. Ero a 360 gradi e a 130 all'ora costantemente. In quei due anni, da TikTok a Sanremo, non mi sono fermato un attimo. Ho metabolizzato tutto solo nell'ultimo anno. Quando mi sono fermato, avevo paura di rimanere indietro, di non stare al passo con i tempi. Ma è stata la scelta più giusta".
Oggi il suo rapporto con i social è cambiato e comprende gli artisti che criticano le piattaforme streaming: "Le comprendo e le condivido in parte. I social sono un'opportunità pazzesca, hanno democratizzato il talento. Con un cellulare possiamo tutti creare contenuti. Dall'altra parte, hanno creato una competizione e una velocità tali che ci sei un giorno e quello dopo non ci sei più. È un mondo complicato in cui vivere la musica, ma le opportunità sono infinite". Sui social "bisogna trovare la chiave giusta per far trasparire se stessi. Non sono convinto che mostrare tutto della propria vita sia la chiave per essere autentici. Si può essere autentici preservando la propria vita privata". Quello che mi fa più paura? "L'esposizione, il sentirmi giudicato. Subisco il giudizio esterno, sono figlio di questa generazione. Cerco di essere calibrato per non farmi toccare, per proteggere la mia arte, che è il motivo per cui sono sui social".
L'esperienza di Sanremo rimane un ricordo indelebile: "Tanta euforia e felicità per aver coronato un sogno. A 19 anni non è scontato. L'ho approcciato in modo ingenuo, ma giusto per quel momento. L'ho vissuto come un sogno ad occhi aperti. Mi piacerebbe tornare con più consapevolezza, anche se significherebbe più ansia. Lo ricordo come un blackout, un frullatore, una confusione totale, ma positiva". Tornare sul palco dell'Ariston? "Sì ma non so quando" e prima c'è la laurea.
"L'11 novembre mi laureo in Comunicazione, Media e Pubblicità alla Iulm", racconta. La tesi affronta il tema del gender gap nell'industria musicale italiana, un argomento che sta particolarmente a cuore all'artista: "Il problema c'è e questa tesi è il mio modo per dare concretezza alla causa. I dati parlano chiaro: le classifiche, Sanremo, il numero di donne è sempre ridotto, sia tra le artiste che nel sistema discografico. Il primo passo non è il cambiamento immediato, ma la presa di coscienza. È una battaglia da fare tutti insieme, non è solo delle donne. Anche gli uomini devono rendersi conto del loro privilegio e combattere per la parità. Il problema c'è, sta nel vederlo e nell'affrontarlo insieme".
(di Loredana Errico)