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Lucio Corsi: "Amo la musica senza tempo, Sanremo? Spaventa ma affascina"

Il cantautore toscano è tornato con il singolo 'Tu sei il mattino', accompagnato da un videoclip che vede la partecipazione di Carlo Verdone con il quale ha collaborato in 'Vita da Carlo - Terza Stagione'

Lucio Corsi (Foto a cura di Francis Delacroix)
Lucio Corsi (Foto a cura di Francis Delacroix)
29 novembre 2024 | 17.53
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"L’attualità in musica non mi interessa e oggi ce n'è tanta. Voglio canzoni che mi portino altrove, che mi facciano immaginare di essere qualcun altro". Con queste parole, Lucio Corsi racconta all'Adnkronos la sua visione della musica, che deve essere un viaggio lontano dal presente e dalla realtà immediata. Negli ultimi tempi, il nome del cantautore toscano è stato spesso citato tra i possibili partecipanti al prossimo Festival di Sanremo 2025. Ma salirà davvero sul palco dell’Ariston? "Non so cosa succederà. Ma come tutte le cose grandi, sono paurose e interessanti", commenta, lasciando aperta la possibilità di una sua partecipazione. Corsi è tornato recentemente con un nuovo singolo, 'Tu sei il mattino' (Sugar Music, la principale etichetta discografica indipendente in Italia) accompagnato da un videoclip che vede la partecipazione straordinaria di Carlo Verdone. Un sodalizio artistico che si estende anche alla terza stagione della serie televisiva 'Vita da Carlo', disponibile in esclusiva su Paramount+, dove il cantautore interpreta sé stesso accanto al celebre attore e regista.

Il brano, racconta Corsi, "è una canzone d’amore, ma non perché parla di una prima volta, quanto perché parla del tempo che passa e che ci trascina in una sola direzione, come la corrente di un fiume". Il brano, spiega, mescola esperienze personali e immaginazione: "C’è una parte autobiografica e una no. È un’infanzia a tratti mia, a tratti reinventata con storie di altre persone che ho intorno. Mi piace reinventarmi il passato nella musica, oltre che immaginarmi un futuro diverso". E se la canzone fosse una dedica? "La dedicherei alla passione in generale, che mi è stata data dal fatto di essere nato in provincia, nella noia. Pace e noia sono molto simili: il confine è sottile. È fondamentale quella noia che ho vissuto da ragazzino, perché mi ha portato a inventarmi un altro mondo possibile".

Nel ritornello, la mattina assume un’accezione positiva, ma Corsi confessa di averla odiata da giovane: "Da giovani si odia la mattina, meno la vedi e meglio è. Anch’io l’ho sempre odiata. Ma col tempo ho iniziato ad apprezzarne alcuni lati. Ed è preoccupante, perché è come avere un piede nella fossa - scherza lui che ha 31 anni -. La mattina è come il minestrone, i broccoli, gli spinaci: si apprezza crescendo". Esilarante e surreale è il videoclip del brano, che ribalta il romanticismo della canzone. Il protagonista non è un sentimento, ma un’entità surreale: un raffreddore inarrestabile che travolge e sconvolge i personaggi in una storia ambientata in un ascensore. "Il videoclip l’ho scritto insieme a Tommaso Ottomano, con cui ho scritto anche la canzone. Questo brano è così romantico e sognante che abbiamo deciso di non assecondarlo ma di distruggerlo in qualche modo. Tanto la canzone andrà con le sue gambe, farà i suoi giri. Il video doveva essere un’altra cosa, un’altra forma di espressione per raccontare quella storia in una chiave diversa".

Nel video, racconta l'artista, "il raffreddore è un’entità che diventa sempre più maestosa, persino divina. Vuole far crollare la compostezza di alcune vite. L’essere umano è tragicomico, e questo raffreddore riesce a far emergere proprio la tragicomicità dell’essere umano". E sulla partecipazione di Verdone dice: "Il fatto che Carlo si sia prestato a questo video così particolare è una gran cosa, per nulla scontata. È stato davvero un grande e lo ringrazio". Collaborare con Verdone, anche nella terza stagione della serie 'Vita da Carlo', è stata un’esperienza formativa per il cantautore toscano: "Era la prima volta che mi trovavo davanti alla telecamera, e avere lui accanto, con i suoi consigli, è stato un insegnamento. Carlo è un vero bluesman, non solo perché è un intenditore di musica, ma per come approccia la vita. Ha quella malinconia intrinseca che è alla base del blues". Da Carlo Verdone, che nella serie interpreta il direttore artistico di Sanremo, a Carlo Conti, vero direttore artistico del festival: Corsi salirà sul palco dell’Ariston? "Non lo so. Al momento sto lavorando a un disco intero che voglio registrare in Maremma, tra gli ulivi, in pace".

Sanremo, confessa Corsi, è una sfida per ogni artista: "Ci sono tanti musicisti che amo che ci sono andati e ci sono passati nella maniera più giusta possibile. Penso a Rino Gaetano, Vasco Rossi, Lucio Dalla e tanti altri. Poi ce ne sono altri che amo ugualmente e che non ci sono mai stati. Perciò è una battaglia interiore per ogni musicista. Mettersi davanti a tanti occhi è una cosa difficile. Serve il momento esatto, la crescita e l'esperienza giusta alle spalle". E Sanremo, come tutte le cose grandi, "fa paura. Ma le cose paurose, alla fine, sono anche interessanti."

Quanto al panorama musicale attuale, Corsi si dice ottimista: "Penso che ci sia spazio per cose fatte in un certo modo, nel modo che piace a me, che mi dà gusto. Le cose che amo in musica, spesso, sono del passato. La musica di Dalla, Paolo Conte o Ivan Graziani, per esempio, è ancora attuale". Nel cantautorato italiano, il giovane artista si rifà, dunque, a modelli senza tempo: "Amo quelle cose lì. Artisti che facevano musica che poteva essere registrata nel 2080 e uscire nel 1960, o viceversa. Musica che non si lega mai a un momento storico preciso. Quando una canzone si appiglia all’attualità non mi piace. Io cerco altre cose nelle canzoni, qualcosa che non conosco. So già cosa c’è intorno a me, lo vedo ogni giorno. Quando mi metto qualcosa nelle orecchie, voglio andare da altre parti, voglio canzoni che mi facciano credere di essere qualcun altro". E Corsi presto ci regalerà altra musica: "Sto lavorando al nuovo disco, che uscirà nel 2025. Non vedo l’ora di tornare a suonare dal vivo: è la cosa che più mi dà gusto". di Loredana Errico

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