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La Rappresentante di Lista: "In 'Giorni Felici' la nostra voglia di disobbedire"

Esce il 25 ottobre il nuovo lavoro di Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, il loro quinto lavoro in studio. E su Sanremo non hanno dubbi: "Abbiamo dato"

La Rappresentante di Lista, al secolo Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina (foto Simone Biavati)
La Rappresentante di Lista, al secolo Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina (foto Simone Biavati)
24 ottobre 2024 | 19.30
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"Vogliamo comunicare la voglia di disobbedire e dire no a questi finti giorni felici, a questo assopimento del mondo". Dritti al punto, come sempre. Così come il nuovo album di La Rappresentante di Lista, ‘Giorni Felici’ in uscita venerdì 25 ottobre, che ha come fil rouge l’emotività umana in rapporto col mondo e il disagio sociale e culturale che ne deriva. Ma non solo. Il titolo del disco del duo siciliano Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina è anche un richiamo a 'Happy Days', dramma di Samuel Beckett del 1961, nel quale lo scrittore irlandese manda in scena la misera condizione umana, estrema e disperata.

"L'opera di Beckett parla di quanto a volte gli esseri umani pensano di stare vivendo giorni felici e in realtà sono intrappolati dentro una realtà sempre uguale a sé stessa - spiega Dario all'AdnKronos - Willie e Winnie, i protagonisti della pièce, nella loro quotidianità sono in trappola ma non lo sanno". 'Giorni Felici' è il quinto album in studio del duo, ed è stato anticipato dai singoli ‘Paradiso’ e ‘La città addosso’. Sulla copertina è raffigurata una casa colorata in stile acquerello: "Appare rassicurante di primo impatto ma poi il palloncino in primo piano ha questo sorriso che rivela del disagio - spiega Veronica -. Invece di guardare al mondo esterno, alle volte i luoghi che consideriamo sicuri sono quelli che possono inghiottirci, che possono scatenare le brutalità più potenti e la violenza più grande. E' quello che raccontiamo, ad esempio, ne ‘La città addosso', dove la tv dice che è tutto a posto ma poi ci si rende conto che non si è scelto per sé qualcosa di giusto e che si deve sottostare a regole imposte da qualcun altro".

Quanto alla genesi dell’album, racconta Dario, "le canzoni nascono sempre in momenti insospettabili, quasi da sole, ed emergono dalla vita, permettendo di raccontare quello che stai vivendo in maniera poetica, sublimando il dolore. Sono due anni che scriviamo canzoni e alcuni passaggi sono coetanei di ‘Ciao ciao’ (la hit portata a Sanremo nel 2023, ndr)”. Con contenuto, stile, sperimentazione e influenze musicali alternative per questo disco, che vanno dai Liquido ai Cardigan, dai Radiohead ai Talking Heads, fino a Verdena e Pj Harvey, il duo vanta un background di tutto rispetto. Veronica e Dario si sono conosciuti a teatro, durante le proteste di un gruppo di artisti che avevano riaperto il Teatro Garibaldi e oggi hanno all’attivo quattro album in studio, due album live, e nei loro 13 anni assieme hanno calcato i palchi di tutta Italia e non solo.

Impossibile nascondere un certo disappunto sullo stato attuale della cultura in Italia. "Sicuramente non sta andando come ci piacerebbe in alcuni ambiti - dicono i due artisti - con un ministro della Cultura così…ci sono persone che fanno un bellissimo lavoro di comunicazione, però se parliamo della musica italiana non solo c’è assopimento ma si spegne il cervello e via di cassa dritta". Come la trap. "Ha dato dei bellissimi colpi alla scena musicale italiana ma anche nel pop ci sono canzoni che non dicono niente" sostengono Dario e Veronica.

Tra una manciata di settimane i due con torneranno sui palchi dei super club italiani, con LRDL 2024 tour, insieme ai musicisti che negli anni li hanno accompagnati dal vivo e che -avvicinando l’attività in studio e quella live- sono stati coinvolti anche nelle registrazioni del nuovo materiale discografico. "Stiamo facendo le prove musicali, possiamo solo dire che ci sarà una super band di cui siamo molto contenti e che sarà uno spettacolo a 360 gradi. Questo concerto è costruito per il club, non c'entra niente il teatro". A proposito di teatri, su un possibile ritorno all'Ariston i due rispondono decisi: "Sono cinque anni che andiamo, in gara o come ospiti, quindi abbiamo dato".

(di Federica Mochi)

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