Da oggi 20 gennaio la docu-serie è su Sky Arte
Da oggi su Sky Arte 'La nave dei folli - Oltre la ragione' di Carlo Lucarelli, una riflessione sulla neurodiversità in sei puntate attraverso le vite di sei personaggi del passato: Nerone, Camille Claudel, Robert Schumann, Madeleine Pelletier, Cesare Lombroso e Lev Tolstoj, Giovanna di Castiglia. "Un tempo erano i manicomi, oggi le 'navi dei folli' possono essere tante", come "l'oblio in cui vengono confinate le persone che hanno un disagio", spesso "sono le piazze, le strade, i quartieri ghetto" ma anche "le famiglie dentro cui vengono recluse delle persone. Potrebbero essere anche i social, ma lì puoi dire quello che vuoi e probabilmente non ti succede niente", così Carlo Lucarelli all'Adnkronos riflette sullo stigma della diversità, al centro della docu-serie Sky Exclusive, dal 20 gennaio su Sky Arte e in streaming su Now. Per gli antichi rappresentavo luoghi in cui condannare a una vita errante chi era considerato pazzo, chi non ubbidiva alle convenzioni sociali, chi era troppo moderno per il suo tempo o le vittime di giochi di potere.
"Come umanità abbiamo fatto dei miglioramenti: una volta le streghe le bruciavano oppure se facevi qualcosa di strano è perché eri posseduto dal diavolo, oggi non succede tutto questo". Ma "non seguire le convenzioni sociali ha ancora un prezzo", dice Lucarelli. Ancora nel 2025 "vedere due donne o due uomini mano della mano per strada scatena brutte reazioni, anzi dire 'reazione' è un eufemismo. Il tempo è passato ma spesso torniamo indietro. Oggi, per esempio, per un artista dire che è omosessuale comporta una scelta, comporta un doverlo fare e non c'è naturalezza". Questo "vale anche per le altre donne. Se non si comportano nel modo in cui un uomo ritiene giusto, questa viene picchiata, ridotta in schiavitù e addirittura ammazzata", spiega Lucarelli, che aggiunge: "Sì, abbiamo fatto dei passi in avanti, ma mica così tanti".
Dal passato al presente, chi sono i 'folli' di oggi? "Faccio fatica a dire dei nomi, vivendo questo presente mi ritrovo a pensare 'quello è un folle' e poi due giorni dopo ne esce fuori un altro che lo è ancora di più. Io posso parlare di Claudel o di Nerone perché è Storia, anche se i meccanismi dei loro tempi li vedo nel presente", spiega Lucarelli, convinto di una cosa: "Posso pensare che i folli di cui tra un po' sentiremo parlare staranno in certi campi, come quello dell'intelligenza artificiale, che prima era fantascienza oggi è quasi quotidianità".
E alla domanda 'si sente folle?' Lucarelli ammette: "Io non mi sento folle, conduco una vita abbastanza tranquilla e noiosa. Scrivo cose con estrema libertà e magari possono sembrare folli, ma non ho la pretesa di dire 'ho rivoluzionato il mondo'". A volte "penso che io stia facendo cose particolari, poi vedo le persone che stanno subendo le convenzioni e dico non sono io quello eroico. Io sono maschio, bianco, occidentale, eterosessuale, che convenzioni vado a rompere dato il mio status?", si chiede Lucarelli.