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Festa Cinema Roma, Luca Zingaretti: "Con 'La casa degli sguardi' racconto la storia di una rinascita"

L'attore siciliano alla kermesse presenta la sua prima esperienza di regia: "La nostra società è algofobica ma il dolore permette la catarsi"

Luca Zingaretti e Gianmarco Franchini - Agenzia Fotogramma
Luca Zingaretti e Gianmarco Franchini - Agenzia Fotogramma
25 ottobre 2024 | 11.31
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"La storia mi ha colpito perché narra la rinascita di una persona, di avviarsi verso quella minuscola luce che segna l'uscita dal tunnel, della capacità che ha la vita di sorprenderci sempre". Lo dice Luca Zingaretti, che alla Festa del Cinema di Roma presenta oggi 'La Casa degli Sgardi' nella sezione Grand Public, che segna la sua prima esperienza alla regia. La pellicola racconta la storia del ventenne Marco (Gianmarco Franchini) che ha una grande capacità di entrare in sintonia col dolore del mondo, vorrebbe diventare un poeta ma si sente bloccato da un disagio senza nome e si attacca troppo spesso alla bottiglia. Finalmente subentra qualcuno che riesce a scuoterlo dal suo torpore: sono i colleghi della Cooperativa di pulizie dell'Ospedale Psichiatrico Bambino Gesù, dove impara cosa sia la vita vera. Tra i personaggi cardine il padre tramviere (Luca Zingaretti), onesto ma a volte incapace di comprenderlo.

"È un film che parla della capacità di gestire il dolore in una società algofobica, che dimentica che il dolore ha la capacità straordinaria che è la catarsi. L'abbiamo demonizzato, e non è un bene", dice Zingaretti. Che spende più di una parola nel riflettere sulla gioventù di oggi: "Il giovane si trova a dover diventare un individuo che deve uscire fuori dal bozzolo, quindi l'inquietudine e il disagio per antonomasia devono appartenere alla gioventù, ad un certo periodo della nostra esistenza". Ma questo, a volte "viene reso drammatico a causa del periodo che si sta vivendo. L'innovazione tecnologica è stata talmente veloce che non siamo riusciti come società a regolamentarla -osserva- in più abbiamo un'emergenza climatica che non vogliamo vedere, sta per accadere fenomeno di cambiamento migratorio che non vogliano vedere. Tutto questo rispetto a noi che abbiamo vissuto in un mondo più radicato fa si che un giovane sia se non atterrito, spaventato. E' la prima generazione che non pensa che il suo futuro sia migliore di quello che hanno vissuto i nostri padri: questo crea un 'inquietudine mostruosa".

Il popolare 'commissario Montalbano spiega come sia arrivato alla regia: "Quello della regia è un desiderio nato parecchi anni fa. Io nasco come attore teatrale, dove chi decide dove fare la pausa o dare rilievo ad un certo aspetto è l'attore, al cinema accade un po' meno e questa cosa mi è sempre mancata. Appartengo a una generazione che quando fa le cose vuole sperare di farle bene. Poi ho incontrato questa storia, contiene dentro la possibilità di fare un discorso sui temi che mi stanno a cuore, ho pensato che forse avrei saputo raccontarla".

'La Casa degli Sguardi' tratta anche il tema del lavoro. "Il lavoro non è solo un modo per guadagnare dei soldi - spiega Zingaretti- Ma è un modo per definirsi attraverso ciò che si fa nella vita. Ti senti perduto, sei trasparente. Lo sappiamo bene noi che facciamo questo mestiere: quando siamo a casa disoccupati il problema non è solo che non guadagni più, è che non sai proprio più cosa sei". Il lavoro è anche "fare i conti con gli altri, con le gratificazioni che ti arrivano", aggiunge.

"Ho avuto molto tempo per studiare il personaggio -spiega il giovane protagonista Gianmarco Franchini- È stato bellissimo e faticoso, perché la storia andava in luoghi molto bui, ma ci sono anche luoghi estremamente lucenti, luminosi e bianchi. L'ho immaginato come una persona che cerca di proteggere sé stesso. A volte scontroso, un po' distaccato ma sono quelle persone che vanno protette, che hanno una sensibilità particolare e diversa".

Lavorare con Luca Zingaretti? "Lui ha una particolare sensibilità ed empatia, perché essendo attore e avendo fatto questo mestiere prima di me ha affrontato le mie stesse paure ed ansie, si relazionava a me in modo schietto e semplice, senza fronzoli", spiega il giovane attore. Il film si ispira all'omonimo romanzo di Daniele Mecarelli. Nel cast, tra gli altri, anche Federico Tocci, Chiara Celotto, Alessio Moneta, Filippo Tirabassi.

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