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Da 'Hotel Cocaine' a 'Narcos': il fascino del narcotraffico nella serialità

Uomini, professori e donne, ecco i 'narcos' che dominano lo schermo

Poster ufficiali delle serie 'Hotel Cocaine' e 'Narcos'
Poster ufficiali delle serie 'Hotel Cocaine' e 'Narcos'
08 ottobre 2024 | 14.01
LETTURA: 5 minuti

“Soy el fuego que arde tu piel, soy el agua que mata tu sed”. Quando si legge ‘narcotraffico’ la mente non resiste dal canticchiare ‘Tuyo’ di Rodrigo Amarante, la sigla della serie ‘Narcos’. Complice il dominio del ‘male’ nel panorama della serialità, ma anche del cinema. Ma c’è da chiedersi: perché piace così tanto il ‘lato oscuro’ degli esseri umani? Perché risveglia la trasgressività e i desideri repressi, liberando così lo spettatore dal peso della quotidianità, come sostengono molti esperti internazionali.

'Hotel Cocaine', la serie sul narcotraffico di Mgm+

Tra le ultime serie c’è ‘Hotel Cocaine’, creata da Chris Brancato e targata Mgm+. Lo show parte da un sogno americano… ‘stupefacente’. Ed è quello di Roman Compte, interpretato da Danny Pino: un esule cubano che, dopo una serie di vicissitudini, arriva al ‘timone’ dell’esclusivo nightclub Mutiny Hotel, sfarzoso epicentro del glamour ma, soprattutto, della scena della cocaina a Miami, tra la fine degli Anni 70 e i primi Anni 80. Molto più di un locale. Ma scintillanti ed oscure pareti che accolgono personaggi assetati dalla perdita di inibizione, come politici, uomini d’affari, narcotrafficanti, modelle, star della musica e dello sport ma anche agenti della Cia e dell’Fbi. Il ‘Cicerone’ di questo viaggio inebriante è Roman. Ma quel divertimento libidinoso viene interrotto dall’agente della Dea Zulio, che chiede a Roman di aiutarlo a catturare il fratello - minacciandolo di favoreggiamento - uno degli spacciatori più noti della città. Da questo momento, Roman si ritrova in una guerra della droga implacabile e cruenta. C’è sempre un aspetto in cui riconoscersi, anche se si tratta di un essere umano dalle azioni discutibili. E il protagonista di questa storia ne è un esempio: nel corso degli episodi le crepe che ha dentro escono fuori. Vulnerabilità che appartiene a tutti (o quasi).

Lo schermo non resiste a Pablo Escobar

Tra i ‘cattivi’ che continuano ad esercitare il fascino sullo schermo c’è sicuramente Pablo Escobar, che è stato uno dei narcotrafficanti più noti al mondo. Era noto come ‘l’imperatore della cocaina’ alla guida di molti cartelli, primo fra tutti quello di Medellín. Il suo ‘giro d’affari’ lo ha classificato come il criminale più ricco in assoluto degli Anni 80. È morto il 2 dicembre 1993, quando la polizia colombiana lo ha colpito alla testa con un proiettile. Nel 2014 Escobar è stato interpretato da Benicio del Toro nell’omonimo film, uscito nel 2014. Al centro della storia ci sono due fratelli canadesi, che decidono di aprire una scuola di surf in Colombia. Uno dei due si innamora della nipote di Pablo Escobar. Quando si ritrovano in mezzo alla guerra tra il cartello e lo Stato è troppo tardi per fuggire in Canada. E così Escobar coinvolge il fidanzato della nipote chiedendogli di nascondere parte del suo patrimonio. Grande successo lo ha riscosso, nel 2015, la serie Netflix ‘Narcos’, che ha posto i riflettori sulla diffusione della cocaina fino agli Stati Uniti e l’Europa per mano de ‘El patron’, qui interpretato da Wagner Moura (performance memorabile), attraverso il punto di vista di due agenti della Dea interpretati da Boyd Holbrook e Pedro Pascal. Anche Javier Bardem si è calato nei panni del narcotrafficante colombiano: nel 2017 è uscito ‘Escobar – Il fascino del male’. Il film racconta la storia del criminale: dall’ascesa alla morte, ponendo l’accento anche sulla relazione con la giornalista Virginia Vallejo, sua amante e poi collaboratrice di giustizia. Nel 2018 ha fatto il suo ingresso su Netflix lo spin-off della serie ‘Narcos’, dal titolo ‘Narcos: Messico’. Tre stagioni incentrate sull’origine del cartello di Guadalajara. Lo show si è trasformato in realtà. Nel 2017 Carlos Muñoz Portal, un assistente di produzione della serie, è stato crivellato di colpi nei pressi della città di Temascalapa, in Messico, e poi nascosto nel bagagliaio della sua auto. La vittima si trovata lì alla ricerca di location per ‘Narcos: Messico’. Lo schermo ha raccontato anche ‘El Chapo’ nell’omonima serie Netflix sulla vera storia di Joaquín Guzmán: dagli esordi negli Anni 80 come membro del cartello di Guadalajara all’ascesa al potere negli Anni 90 e fino alla sua caduta nel 2016.

Le 'narcos' che hanno fatto tremare il maschilismo

Il ‘fascino del ‘male’ passa anche per il femminile con la serie Netflix ‘Griselda’ con protagonista Sofia Vergara. Un personaggio che ha fatto tremare Escobar: “L’unico uomo del quale ho avuto paura nella vita era una donna e si chiamava Griselda Blanco”. La serie racconta la vera storia della Blanco, che ha creato uno dei cartelli della droga più potenti al mondo. Per tutti era la ‘madrina’ o ‘signora della droga’ ma ha rappresentato molto di più. Non è glorificazione ma un dato di fatto: se per un attimo sospendessimo il suo lato oscuro, verrebbe fuori la sua tenacia, che l’ha portata a dominare un ambiente fortemente dominato da una mascolinità tossica in cui le moglie erano sì santificate ma anche tradite. Sempre su Netflix c’è ‘La regina del Sud’. Racconta la storia di Teresa Mendoza, che diventa una figura riconosciuta e rispettata nel traffico internazionale di stupefacenti, dopo l’assassinio del fidanzato narcotrafficante.

Professori e studenti, quei 'narcos' che non ti aspetti

Il crimine può far breccia anche nel cuore di un professore di chimica, come Walter White: il protagonista di un piccolo capolavoro chiamato ‘Breaking Bad’. Impossibile resistere a questo show: una storia emozionante di un uomo che, dopo aver scoperto di avere un cancro allo stadio terminale, decide di diventare il socio di un suo ex studente: insieme danno il via al business delle metanfetamine. Per White un solo obiettivo: assicurare un futuro alla sua famiglia. Da ‘Breaking Bad’ sono nati lo spin-off ‘Better call Saul’ e il film ‘El camino’, sempre sul catalogo Netflix.

Infine, ‘Come vendere droga online (in fretta)’. La serie tedesca - 3 stagioni - segue le vicende del giovane secchione della scuola Moritz Zimmermann che, per riconquistare la ex, inizia a vendere ecstasy online dalla sua cameretta, diventando uno dei più grandi spacciatori in Europa. Lo show è ispirato ai fatti di Lipsia, che risalgono al 2013, quando il diciottenne Maximilian S. ha creato ‘Shiny Flakes’, un negozio di droga su Internet. Nel novembre 2015 è stato condannato a sette anni di prigione e la sentenza è diventata definitiva nel marzo 2016.(di Lucrezia Leombruni)

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