Il regista, attore sceneggiatore presenta ‘Vita da Carlo 3’, che ruota attorno al Festival canzone italiana
“Non farei Sanremo nemmeno sotto tortura”, ammette Carlo Verdone, che aggiunge: “non mi hanno proposto la conduzione. Mi è stato chiesto solo una volta di affiancare il conduttore, ma ho gentilmente declinato”. Così Verdone alla presentazione della serie ‘Vita da Carlo 3’, presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma. Dal 16 novembre su Paramount+, la terza stagione - scritta da Carlo Verdone con Pasquale Plastino e Luca Mastrogiovanni - ruota attorno al mondo musicale: a Verdone viene proposta la direzione artistica del Festival di Sanremo. “Non sarei felice nelle vesti di conduttore, non ho quei trucchi del mestiere che hanno Carlo Conti, Amadeus o Paolo Bonolis. Non mi sentirei Carlo Verdone, non mi sentirei libero”, conclude.
“Non ho mai pensato di lasciare il cinema. Certo, mi piacerebbe avere una lunga pausa ma bisogna battere il ferro finché è caldo. L’importante è avere l’entusiasmo, altrimenti non si può fare niente. Il 14 novembre inizierò le riprese di ‘Vita da Carlo 4’ e poi, finalmente, mi dedicherò ad un film”, annuncia Verdone.
"Oggi è molto più difficile far ridere. Oltre al politicamente corretto, viviamo in una società che non è felice, le persone affrontano mille problemi", dichiara Verdone, che sottolinea come in questo momento storico "bisogna stare attenti a quello che si scrive o si dice per non urtare la sensibilità di qualcuno. Su alcuni temi sono d'accordo, ma su altro si sfiora il ridicolo", fa notare Verdone, che si è trovato a dedicare molto tempo per trovare altre soluzioni per alcuni passaggi della sceneggiatura: "durante le lavorazioni arrivava spesso l'alt dello sceneggiatore". Al cinema "ci sono tante commedie, che però non riescono a portare il flusso di pubblico nelle sale. Paola Cortellesi ci è riuscita con 'C'è ancora domani', un film che unisce la riflessione e il divertimento. Questo dimostra che forse oltre alla risata ci vuole anche altro", conclude.
"Oggi si cerca prima il cast e poi la storia, è una ca**ata. Non è vero che solo i nomi grossi riempiono le sale". Ne è convinto Carlo Verdone, che riflette sul cinema di oggi e sottolinea la necessità di avere "più coraggio da parte dei produttori". Ci sono "tanti attori italiani bravissimi. Facendo i provini di 'Vita da Carlo 4' ci siamo accorti che ci sono dei 20enne bravissimi e questo mi fa sperare bene per il futuro. C'è un bel ricambio generazionale - fa notare Verdone - e un esempio è il film di Gabriele Muccino 'Fino alla fine' (presentato in questa edizione della Festa di Roma), in cui vediamo molti attori sconosciuti che sono perfetti e diretti bene", conclude.