L'artista racconta il suo spettacolo 'Arancione', al Nuovo Teatro Orione di Roma dal 2 al 10 novembre, e sugli episodi di omofobia commenta, 'c'è ancora troppa ignoranza'
"Il mio spettacolo è un manifesto per i diritti ad essere quello che siamo, ad amare chi scegliamo e ad amare quando vogliamo. Purtroppo c'è ancora tanta ignoranza". Così all'Adnkronos Fabrizio Colica, noto per il duo comico Le Coliche, racconta il suo debutto alla regia con 'Arancione', una commedia teatrale in scena al Nuovo Teatro Orione di Roma dal 2 al 10 novembre. Lo spettacolo, nato durante la pandemia, esplora con ironia e profondità le sfumature della vita e le pressioni sociali legate alle aspettative e oltre a Fabrizio sul palco saliranno: Leonardo Bocci, Patrizia Loreti, Paola Michelini e Mauro Conte.
Ambientata durante una cena che non si svolge mai veramente, la commedia mette in scena un continuo abbattimento delle aspettative, dalle piccole delusioni quotidiane alle grandi scelte di vita. Il protagonista, Fabrizio, invita il fratello e la ex a conoscere il suo nuovo fidanzato, ma una serie di eventi imprevedibili stravolge la serata, portando alla luce segreti e verità nascoste. E 'Arancione' non è solo un colore, ma rappresenta la complessa mescolanza tra ciò che siamo (giallo) e ciò che gli altri vorrebbero che fossimo (rosso), un tema pirandelliano di grande attualità.
Colica rivela che la storia attinge profondamente alla sua esperienza personale: "C'è molto di autobiografico. Come il personaggio, anche io vengo da una lunga relazione con una donna e poi ho scoperto l'amore con un uomo. Ora sono felicemente sposato con Giacomo da tre anni. Lo spettacolo racconta questo passaggio fondamentale della mia vita". L'autore sottolinea come le aspettative familiari e sociali spesso limitano la libertà individuale: "L'aspettativa è un muro nelle relazioni. Facciamo scelte per non deludere i nostri cari, dal liceo all'università, dal lavoro al partner. E spesso figuriamo nel genitore il nemico che non accetta le mie scelte, invece il nemico è l'aspettativa".
Commentando un recente episodio di omofobia durante la proiezione del film 'Il ragazzo dai pantaloni rosa', Colica afferma: "Il problema è l'ignoranza. Di fronte alle novità, reagiamo in modo assurdo. Come i leoni da tastiera, l'anonimato di una sala buia incoraggia comportamenti irrazionali". Questo spettacolo, racconta Fabrizio, "parla anche di questo processo di accettazione. Più si conoscono queste tematiche, più si conoscono queste storie, più si parla di questo, più la gente non reagirà proprio, né positivamente né negativamente, perché farà parte della normalità".
Purtroppo, sottolinea, "l'approccio a queste tematiche viene visto da una certa classe politica come 'ideologia gender', che non vuol dire nulla. Parlare di sessualità e omosessualità anche a scuola non è ideologia, è educazione e serve a combattere il bullismo. Dobbiamo cambiare il linguaggio e accettare le diverse realtà". Tornando allo spettacolo teatrale, Fabrizio racconta come l'esperienza con Le Coliche abbia influenzato la sua scrittura: "Il web è stata una grande palestra. Mi ha insegnato il ritmo, i tempi comici, la capacità di condensare una storia in pochi minuti. Al Centro Sperimentale l'approccio era più drammatico, meno comico".
E dopo 'Arancione', l'artista ha già in cantiere un nuovo spettacolo, più politico, ambientato in uno studio televisivo durante un dibattito tra esponenti di destra e sinistra. Ma Fabrizio non ha intenzione di lasciare il web: "Le Coliche continueranno finché sarà possibile. È la nostra passione, ci divertiamo. A volte ci troviamo limitati dal tempo, perché le idee sono sempre tante", rassicura l'attore. di Loredana Errico