Regia di Andrea Ortis e un ricco cast di attori e ballerini sul palcoscenico, fra cui Antonello Angiolillo nel ruolo di Dante, Myriam Somma per Beatrice, il regista quale Virgilio
La 'Divina Commedia' da testo 'sacro' della letteratura italiana e mondiale a opera-musical. Quello che viene definito come "il più appassionante viaggio di sempre", che tanto ha colpito l'immaginario collettivo fino a rimanerne impresso, fin dai banchi di scuola e poi nell'iconografia religiosa e artistica, viene ora proposto nella sua particolarissima e spettacolare versione teatrale, in scena fino al 25 febbraio al teatro Brancaccio di Roma, per la regia di Andrea Ortis e un ricco cast di attori e ballerini sul palcoscenico, fra cui Antonello Angiolillo nel ruolo di Dante, lo stesso Andrea Ortis quale Virgilio, Myriam Somma per Beatrice, nonché Giancarlo Giannini voce narrante, con le musiche firmate da Marco Frisina, per una produzione targata Mic International Company.
Il kolossal ha conquistato la Medaglia d'Oro della Società Dante Alighieri, proponendo "il più grande racconto dell’animo umano, della sua miseria e della sua potenza, tra vizi, peccati e virtù che non conoscono l’usura del tempo, in forma di spettacolo, di voci, di danze e di tecnologia". Il viaggio inizia ovviamente dalla 'selva oscura' fino alle porte dell'Inferno, con Caronte e quindi le storie di Paolo e Francesca, Pier delle Vigne, Ulisse, conte Ugolino; e dopo la visione di Lucifero tornare a 'riveder le stelle' con l'ingresso nel Purgatorio e l'incontro con Pia dei Tolomei; fino ad arrivare in Paradiso e restare storditi da 'l'amor che move il sole e l'altre stelle'. Le proiezioni immersive in 3D avvolgono il pubblico in sala e lo immergono in una esperienza teatrale dove però la tecnologia è elemento essenziale della narrazione.
"La più grande opera d’ingegno letterario di tutti i tempi apre con la sua lettura un mondo libero, uno spazio non spazio in un luogo non luogo, dove al lettore tutto è concesso: immaginare, costruire, smontare, fermarsi e colorare - sottolinea il regista Andrea Ortis - La condizione di Dante e del suo genio è la condizione stessa della sua profonda umanità e in teatro lo rende 'presente', all’interno di una storia che nel suo sviluppo, inizia (Inferno), si evolve (Purgatorio) e si compie (Paradiso) consegnando a tutti una 'Divina Commedia' intatta e completa".
(di Enzo Bonaiuto)