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A Patrica storia di una riconversione green

In foto Mater Biopolymer, stabilimento Novamont di Patrica (Fr)
In foto Mater Biopolymer, stabilimento Novamont di Patrica (Fr)
19 ottobre 2018 | 12.08
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Da vecchio impianto chimico, dedicato alla produzione di Pet, a esempio virtuoso di sviluppo territoriale in un’ottica di economia circolare e sostenibilità. E’ la storia di Mater Biopolymer, lo stabilimento di Patrica, in provincia di Frosinone, del gruppo Novamont, leader nella produzione di bioplastiche. Il sito di Patrica nasce con il nome di Sipet nel 1990 sotto proprietà della Shell arrivando nel 1997 con due linee di produzione del Pet. Nel 2000 diventa M&G Polimeri Italia con l’acquisizione di tutto il business da parte del gruppo Mossi & Ghisolfi.

Nel corso degli anni, però, a seguito dell’evoluzione del mercato, le linee produttive del sito di Patrica diventano troppo piccole per il mercato del Pet, tanto che nel 2009 una delle due linee viene fermata. Nasce, dunque, nello stesso anno, una collaborazione tra Novamont e M&G per verificare la trasferibilità di una tecnologia innovativa nel campo delle bioplastiche.

Il lavoro svolto porta nel 2011 ad un primo avvio nella produzione di Origo Bi, la linea di biopoliesteri utilizzati nella produzione delle bioplastiche biodegradabili e compostabili Mater-Bi. La seconda linea, invece, ha continuato a produrre Pet per M&G fino ad inizio 2017.

Mater Biopolymer nasce, quindi, nel 2014 con l’acquisizione da parte di Novamont del 78% delle quote della società, rilevata poi al 100% nel 2017 con la riconversione anche della seconda linea di Pet raddoppiando così la produzione di poliesteri Origo Bi.

Con una capacità produttiva di 100 mila tonnellate all’anno di Origo-Bi e su una superficie totale di 140.000 mq, il sito di Patrica occupa circa 90 dipendenti, senza considerare l’occupazione indiretta funzionale alla sua operatività (manutenzione, movimentazione materiali, etc.) e quella indotta.

Il gruppo Novamont, che conta 600 persone, ha chiuso il 2017 con un turnover di 195 milioni di euro ed investimenti costanti in attività ricerca e sviluppo (24% delle persone dedicate) e detiene un portafoglio di circa 1.000 brevetti.

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