Le aziende che sono già certificate e utilizzano olio di palma sostenibile - ha proseguito Fontana - dovranno sicuramente implementare gli adempimenti ma non in modo significativo, in quanto la certificazione per l' olio certificato sostenibile hanno addirittura alcune cose che vanno oltre la richiesta di deforestazione free, perché prendono spunto anche delle richieste di garanzia sociale ed economico
"L’olio di palma sostenibile è fondamentale perché risponde sia a un'esigenza di impatto positivo verso la sostenibilità ambientale, etica e sociale, ma anche all'esigenza di crescita delle produzioni di oli globali. Per rispondere alle sfide della riduzione della fame nel mondo e della crescita demografica prevista per il 2050, si dovrà produrre il 50% di olio in più. E questo è impossibile dal punto di vista di spazi per l’agricoltura se non si tiene conto di un utilizzo significativo dell'olio di palma, perché questo tipo di olio, pur rappresentando oggi il 35% dei volumi di oli prodotti, consuma solo il 10% dei terreni. Di qui l'impatto positivo sia verso la sostenibilità sia verso l'impegno di terreni per rispondere alle esigenze della food security.” È quanto ha dichiarato Mauro Fontana, presidente dell’Unione italiana per l’olio di palma sostenibile a margine dell’incontro “Partnership for Impact” nell’ambito dell’European Innovation for Sustainability Summit in corso a Roma.
“Le aziende che sono già certificate e utilizzano olio di palma sostenibile - ha proseguito Fontana - dovranno sicuramente implementare gli adempimenti ma non in modo significativo, in quanto la certificazione per l' olio certificato sostenibile hanno addirittura alcune cose che vanno oltre la richiesta di deforestazione free, perché prendono spunto anche delle richieste di garanzia sociale ed economica. Per quanto riguarda invece le aziende che oggi non usano olio di palma certificato, dovranno incrementare le loro pratiche sostenibili perché tra le varie richieste c'è anche quello di definire in modo chiaro la geolocalizzazione dei terreni delle piantagioni. Uno sforzo che, una volta effettuato, garantisce l'azienda non solo dal punto di vista della deforestazione, ma anche da un punto di vista di supply chain e di blockchain, perché avrà tutti gli elementi dall’origine a l'impiego garantiti da una solida base di dati".
"Al fine di portare avanti tutto in modo consolidato - ha spiegato - abbiamo lanciato una nuova campagna di stampa che si basa su un concetto: “la parola sostenibile fa la differenza”. Fa la differenza verso l'ambiente, verso gli aspetti sociali e verso la biodiversità. Questa campagna è stata studiata e sviluppata dal nostro comitato scientifico insieme a diverse ong e insieme anche all'Università Cattolica di Piacenza. In tutto questo abbiamo anche sviluppato un progetto per arrivare fino ai cittadini sul food waste, perché uno dei grandi problemi di oggi è non riuscire a comunicare in modo concreto, semplice ed efficace il tema dell'importanza del food waste,e della sostenibilità. Per questo con Cittadinanzattiva abbiamo sviluppato un progetto di disseminazione di tutto quanto serve per ridurre il food waste e di quanto sia utile avere filiere sostenibili per cercare di sopperire alle problematiche ambientali odierne.", ha concluso.