È online, scaricabile dal sito www.mercatoelettrico.org, il nuovo numero della newsletter del Gestore dei Mercati Energetici - Gme. La newsletter si apre con un intervento di Agata Gugliotta e Mattia Santori del Rie sul ruolo dei gas rinnovabili nel processo di decarbonizzazione europeo.
“Dal protocollo di Kyoto in poi l’attenzione dell’Unione Europea nei confronti della difesa ambientale e delle politiche di sostenibilità si è andata sempre più consolidando, attraverso azioni e misure dirette alla riduzione delle emissioni che, seppur con risultati ancora incerti e differenze di posizione tra i Paesi, si sono fatte sempre più continue e con target via via più ambiziosi”, hanno sottolineato i due ricercatori del RIE aggiungendo che “un obiettivo tanto ambizioso” richiede tuttavia “azioni rapide ed una pianificazione di lungo termine per trasformare i principali comparti coinvolti: dalla generazione elettrica, all’housing, ai trasporti”.
È in questa cornice che si inseriscono i gas rinnovabili, come il biogas, il biometano, l'idrogeno verde e il metano sintetico che, anche se derivano da processi tecnologici diversi, presentano alcune caratteristiche comuni: sono prodotti da fonti rinnovabili, contribuiscono a ridurre le emissioni di gas serra e a decarbonizzare la domanda di gas.
“I 'green gas' presentano i vantaggi tipici del gas naturale, quali una produzione più stabile rispetto all'energia eolica o solare e la possibilità di essere trasportati e immagazzinati sfruttando le infrastrutture gas esistenti, pur con un impatto ben minore sugli equilibri climatici”, ammettono Gugliotta e Santori, sostenendo che nel contesto europeo della decarbonizzazione, il loro ruolo potrebbe non essere marginale visto che “i green gas, secondo le stime, consentirebbero sul lungo periodo la decarbonizzazione del comparto gas, che oggi copre un quarto della domanda energetica europea”.
E in secondo luogo, “il gas rinnovabile potrebbe contribuire a decarbonizzare quei settori in cui, almeno per le conoscenze e le tecnologie di cui siamo oggi in possesso, l'elettrificazione non sarà risolutiva: trasporti, industria, edilizia”. Il comparto dei gas verdi, tuttavia, ad eccezione di biogas e biometano la cui diffusione in Europa nell’ultimo decennio è stata considerevole, è attualmente ancora in una fase di sviluppo iniziale.
“Affinché possa dispiegare il suo potenziale occorrerà tenere conto di diversi fattori – sottolineano i due analisti del RIE –: concorrenza con le altre fonti e tecnologie, in primis l’elettricità, negli usi finali; innovazione tecnologica e costi di produzione; diversità geografica: se in alcuni paesi la produzione e il consumo di gas rinnovabili è cruciale, in altri può essere marginale o irrilevante; disponibilità infrastrutturale: le reti di distribuzione e trasporto esistenti devono essere soggette ad upgrade tecnologici e ad interventi e modifiche per permettervi il passaggio di gas rinnovabili quali idrogeno e syngas; adeguamento dei processi gestionali delle reti stesse a seguito della crescita e diffusione dei punti di produzione/immissione; disponibilità della materia prima e suo costo”.
Non solo. Le associazioni di settore e il mondo dell’industria chiedono da tempo un intervento normativo che “definisca obiettivi chiari e vincolanti”, “nuove policy di incentivazione” una “maggiore integrazione tra il settore elettrico e del gas”, e un “sistema di garanzie d’origine che serva a comprovare al consumatore la natura rinnovabile del gas utilizzato, aumentando quindi la trasparenza”.
Per l’idrogeno, la questione è, invece, più complessa, osservano Gugliotta e Santori, “dal momento che allo stato attuale la maggior parte di esso è ottenuto dalle fonti fossili (cd. idrogeno grigio), tramite processi come il gas reforming o la gassificazione del carbone. Nel tempo si dovrà investire per aumentare la produzione di idrogeno verde, ottenuto da elettricità rinnovabile in eccesso, o perlomeno di idrogeno blu, prodotto da gas naturale tramite la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS)”.
Nel quadro degli ambiziosi target che l’Ue si è imposta riguardo la neutralità carbonica, “il raggiungimento di una dimensione industriale dei gas verdi potrebbe fornire un contributo non trascurabile al 2050”, sottolineano i due ricercatori del RIE secondo i quali rimangono, tuttavia, le problematiche di natura tecnica e regolatoria che possono ostacolare o ritardare il decollo del settore.
Per questo, concludono Gugliotta e Santori, “il futuro dei gas rinnovabili appare ancora estremamente incerto, anche per le incoerenze e la mancanza di chiarezza insite in alcune linee o azioni di politica energetica dell’Ue.”.
All’interno del nuovo numero sono pubblicati, inoltre, i consueti commenti tecnici, relativi i mercati e le borse elettriche ed ambientali nazionali ed europee, la sezione dedicata all’analisi degli andamenti del mercato del gas italiano e la sezione di analisi sugli andamenti in Europa, che approfondisce le tendenze sui principali mercati europei delle commodities. La nuova pubblicazione Gme riporta, inoltre, come ormai è consuetudine a gennaio, i dati annuali sulle contrattazioni del mercato elettrico per l’anno 2019.