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Pichetto Fratin: "Cambiamento climatico non è più in discussione"

Il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica è intervenuto all'inaugurazione di Ecomondo 2024

Gilberto Pichetto Fratin - (Fotogramma/Ipa)
Gilberto Pichetto Fratin - (Fotogramma/Ipa)
05 novembre 2024 | 11.36
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Il cambiamento climatico "che ha colpito duramente anche questi territori, nessuno lo mette più in discussione. Fatti che avevamo la caratteristica dell'eccezionalità nel passato, oggi non l'hanno più. Da qui l'impegno e il dovere di accelerare su quelle che sono le nostre azioni" tra cui "l'azione di mitigazione, 'antinquinamento', che significa passaggio, nel modo più rapido ma compatibile con la società, verso un mix di energia pulita. Prima grande sfida da cogliere, sempre cercando l’equilibrio" ma "dobbiamo essere determinati e le decisioni vanno discusse, ma prese". Così il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin inaugurando l'edizione 2024 di Ecomondo al via oggi a Rimini.

"Il nostro è un Paese ancora molto dipendente dal fossile, anche se tra pochi cominciamo a chiudere con il carbone, almeno nella parte continentale. Sicuramente non oltre l'autunno 2025, e questo deve essere da esempio per l'Europa e per quei paesi in Europa che sul carbone investono ancora molto".

Una legge sul consumo di suolo entro la fine della legislatura? "Io ci punto su questo.La norma sul consumo del suolo deve tenere conto di tanti fattori. Da un lato, deve permettere a un paese che ha 50mila borghi l'utilizzo di questi borghi con un punto di equilibrio rispetto alla tutela storica. Noi siamo un paese all'80% storico, quindi, dobbiamo riuscire a equilibrare tutela storica e la vivibilità di quei fabbricati. Dall'altra parte, dobbiamo permettere demolizioni e ricostruzioni che siano compatibili. E a questo punto il riutilizzo di quelle che sono le volumetrie".

"Dobbiamo correre con l'adattamento e ai ripari più in fretta possibile" rispetto alle conseguenze del cambiamento climatico. "Da un lato sono necessarie tante piccole opere di manutenzione, dall'altro sono necessarie tante grandi opere non fatte per anni ma perché non se ne sentiva l'esigenza - spiega - Non si percepiva lo stato di gravità: si tratta di creare invasi per raccogliere l'acqua quando ne viene troppa e rilasciarla quando c'è siccità, si tratta di creare aree di esondazione, si tratta di valutare con equilibrio gli argini dei fiumi e dei torrenti rispetto alla tutela ambientale della biodiversità ma anche alla vivibilità delle persone che abitano intorno".

"Il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici è un piano che indica 361 azioni di intervento: alcune sono energetiche, e sono in attuazione, altre sono ambientali, in attuazione, altre sono indirizzi che vanno nei vari decreti, altre ancora sono grandi opere che investono lavori per decenni", conclude.

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