La sperimentazione che prevede il trattamento di 1.500 tonnellate annue di rifiuto con un risparmio di 1.950 metri cubi di materiale in discarica e una riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell’aria di 618.000 Kg/anno. Dall'ambiente alla salute: 8 motivi per scegliere quelli lavabili
Ridare nuova vita ai pannolini usa e getta. Succede in Veneto e in particolare a Spresiano in provincia di Treviso dove è stato inaugurato il primo impianto di riciclo dei prodotti assorbenti realizzato in partnership da Contarina S.p.a e Fater (azienda attiva nella produzione di prodotti assorbenti per la persona), in collaborazione con il Comune di Ponte nelle Alpi, l’Istituto di Ricerca Ambiente Italia, e co-finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del progetto Recall.
Questo nuovo impianto, afferma il presidente di Contarina, Franco Zanata, "costituisce per Contarina e per i propri utenti un’ulteriore ed importante tappa nel raggiungimento dell’obiettivo sfidante di riciclare anche il non-riciclabile, che rappresenta la bussola delle nostre politiche di gestione dei rifiuti ispirate all’ecosostenibilità e alla massima efficienza”.
In particolare, l’impianto consente di riciclare pannolini, pannoloni e altri prodotti assorbenti per la persona, ricavandone plastica e cellulosa di elevata qualità, le cosiddette ‘materie prime seconde’ da riutilizzare in nuovi processi produttivi. “Questa sperimentazione rappresenta una grande opportunità per ridurre ancora di più la quantità di secco non riciclabile – continua Zanata - basta pensare che da 1 tonnellata di rifiuto si possono ottenere 350 kg di cellulosa e 150 kg di plastica”.
La sperimentazione che prevede il trattamento di 1.500 tonnellate annue di rifiuto nella sede aziendale di Spresiano con un risparmio di 1.950 metri cubi di materiale in discarica e una riduzione delle emissioni di anidride carbonica nell’aria di 618.000 Kg/anno.
La sfida è eliminare lo smaltimento dei prodotti assorbenti: se a livello nazionale, come sottolinea Fater, i prodotti assorbenti corrispondono a circa 900 mila tonnellate di rifiuto indifferenziato che per gran parte finisce in discarica (70%), in tutta la provincia di Treviso i prodotti assorbenti rappresentano circa il 27% del rifiuto non riciclabile.
Dopo la conferma dei test pilota, l’obiettivo della sperimentazione è quello di attestare la validità di questo processo di riciclo anche su scala industriale. Le potenzialità di questo impianto unico al mondo, infatti, sono enormi: a regime il sistema può trattare fino a 8mila tonnellate di rifiuto all’anno, servendo una popolazione di 800mila persone.