Fino agli anni ‘60 il vuoto a rendere era consuetudine in Italia, ma venne via via sostituito un po' ovunque dal consumo usa e getta delle bottiglie. Con una eccezione, la Sardegna. Qui la pratica è sopravvissuta per registrare però, nell’ultimo decennio, un calo dell’utilizzo. Ichnusa, che da sempre imbottiglia la sua birra anche nel formato del vuoto a rendere, lancia così nel 2018 una campagna a favore di questo formato con le bottiglie “Vuoto a Buon Rendere” dal tappo verde.
Realizzate con un vetro speciale, più spesso, queste bottiglie, dopo il consumo, ritornano al birrificio per essere riutilizzate nuovamente, fino a 100 volte e per oltre 20 anni. Risultato: in Sardegna ora la birra più consumata fuori casa è proprio quella nel formato vuoto a rendere. A un anno e mezzo dal rilancio del formato, ogni 10 bottiglie di birra Ichnusa stappate in ristoranti, bar e pizzerie dell’isola, circa 7 sono vuoto a rendere.
Secondo i dati diffusi dal Birrificio di Assemini, il vuoto a rendere è il formato più sostenibile perché permette di ridurre sostanzialmente la quantità di vetro e di tagliare di oltre un terzo le emissioni di gas a effetto serra. Senza contare che ogni bottiglia che ritorna al birrificio è una bottiglia in meno da smaltire o che potrebbe essere abbandonata per strada o in spiaggia.
Secondo una ricerca Doxa, la quasi totalità dei sardi (99%) ritiene molto o abbastanza importante impegnarsi per migliorare il territorio e la comunità in cui vive e il 61% s’impegna effettivamente a fare qualcosa di concreto, tutti i giorni o comunque spesso. Il 77% dei sardi non è d’accordo con chi pensa che i piccoli gesti di ogni giorno non cambino nulla e il 57% afferma che le aziende impegnate sul territorio, debbano dare il buon esempio. Per i tre quarti della popolazione dell’isola (76%), l’impegno di Ichnusa su questi temi è noto e viene giudicato in maniera molto positiva.