"È evidente che a 4 anni dell’accordo di Parigi dobbiamo cambiare passo. I progressi sono insufficienti e le emissioni continuano a crescere". Così l'ad di Eni, Claudio Descalzi in occasione dell'incontro con il Papa che oggi ha ricevuto le compagnie petrolifere in Vaticano.
Tutti gli attori, rileva l'ad del gruppo petrolifero italiano, "devono fare la loro parte. E il carico di responsabilità non è limitato alle società energetiche. Investitori, politici e consumatori sono attori chiave del cambiamento e devono riconoscere il loro ruolo nella transizione modificando i propri modelli di consumo, le strategie di investimento e le decisioni politiche".
È la seconda volta che come Eni, aggiunge Descalzi, "partecipiamo al dialogo in Vaticano su energia e clima. È uno dei momenti più alti ed importanti di incontro dell’anno perché ci consente di discutere delle sfide e della complessità della transizione energetica con le altre società del settore e con i più grandi fondi di investimento mondiali, oltre ad esponenti chiave della comunità scientifica".
Quest’anno in un clima di grande franchezza e piena collaborazione, sottolinea Descalzi, "abbiamo trattato i temi di una giusta transizione, una transizione che minimizzi gli impatti sociali e che riconosca il diritto di gran parte delle popolazione mondiale di progredire nello sviluppo e nell’accesso all’energia mentre procediamo il più rapidamente possibile verso un modello energetico a minori emissioni. Abbiamo discusso dell'applicazione di un carbon pricing per promuovere un uso più efficiente delle risorse e favorire l’utilizzo delle fonti più pulite. E infine di come comunicare la strategia e le azioni di decarbonizzazione nel nostro reporting", aggiunge.
In Eni, sottolinea, "abbiamo definito una strategia chiara, per realizzare una transizione rapida con le tecnologie esistenti. Maggiore uso del gas, in molti dei paesi dove operiamo, più efficienza delle operazioni, lo sviluppo delle fonti rinnovabili, l’applicazione della economia circolare e la cattura del carbonio tramite le foreste sono leve immediatamente attivabili, mentre continuiamo nella ricerca e sviluppo di nuove fonti o forme di utilizzo".
Il nostro obiettivo, sottolinea ancora Descalzi, "è raggiungere la neutralità carbonica dal 2030 per le attività upstream come primo passo materiale e concreto di riduzione delle nostre emissioni".
Su tutte queste attività, rileva, "abbiamo destinato 3 miliardi di euro di capex nel periodo di piano e 500 milioni di euro per la ricerca e sviluppo. È una sfida importante in cui siamo pienamente impegnati e pronti a fare la nostra parte. Ma solo il coinvolgimento di tutte le parti in causa trasformerà la nostra azione in un pieno successo per la società umana e per l’ambiente".