Con il completamento della rete 'core' Ten-T, Trans-European Transport Network, della quale fa parte la Tav Torino-Lione, nel 2017-30 nell'Ue si dovrebbe verificare una "riduzione cumulativa delle emissioni di anidride carbonica nel settore dei trasporti di circa 71,6 mln di tonnellate, delle quali 26 mln di tonnellate sono previste derivare dal completamento della rete Ten-T", appunto, e "il resto da misure volte a promuovere tecnologie di mobilità pulita, consentite dalle infrastrutture di rifornimento e ricarica per i carburanti alternativi e la mobilità elettrica". Lo sottolinea la bozza del rapporto "The impact of Ten-T completion on growth, jobs and the environment", redatta per conto della Commissione Europea da due società, una tedesca, la M-Five Gmbh Mobility, Futures, Innovation, Economics di Karlsruhe e la Trt, Trasporti e Territorio, una srl di Milano il cui presidente è il docente del Politecnico del capoluogo lombardo Marco Ponti.
Lo studio, che risale al luglio 2018, non è firmato da Ponti, che guida la commissione che ha realizzato l'analisi dei costi e benefici relativa alla Tav Torino Lione per conto del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, ma da sei esperti (Silvia Maffii, Claudia De Stasio, Francesca Fermi, Loredana Zani, Angelo Martino e Luca Bellodi) dell'impresa da lui presieduta, oltre che dai colleghi della società di Karlsruhe. Nello studio, redatto da tecnici per la Dg Move della Commissione, si comparano due scenari, quello di base e quello di riferimento. In quello di base, la realizzazione della rete 'core' si ferma al 2016, senza più alcun investimento; in quello di riferimento la rete 'core' viene completata entro il 2030.
In generale nell'Ue, secondo i tecnici della Trt, completando la rete 'core', che comprende anche la Tav Torino-Lione ma non solo quella, si ridurrebbero anche in modo apprezzabile i costi esterni generati dal rumore prodotto dal traffico stradale interurbano, e anche quelli relativi alla congestione del traffico: per i primi, tra auto e macchine la differenza tra lo scenario di riferimento (cioè con la rete Ten-T completata al 2030) e lo scenario di base (cioè non più investimenti dopo il 2016) è di 170 mln di euro l'anno in meno, tra automobili e camion, cioè una riduzione del 4,1%; per i secondi la differenza tra i due scenari è di 3.602 mln l'anno, vale a dire un risparmio del 5,3%, sempre considerando sia automobili che camion.
Lungo i corridoi transeuropei della rete Ten-T, l'attuazione dei progetti di potenziamento previsti porterà "notevoli miglioramenti nei tempi di viaggio, in particolare per il trasporto ferroviario. Sono previsti cospicui risparmi di tempo per il corridoio Mediterraneo", del quale la Tav Torino-Lione fa parte e del quale attualmente è uno dei principali colli di bottiglia, "con il 30%", sottolinea ancora la bozza del rapporto. Secondo gli esperti, comunque, "il trasporto merci sui corridoi (Core Network Corridors) viene accelerato anche di più: qui i risparmi di tempo più considerevoli ammontano al 44,4% per il corridoio Mediterraneo, al 38,9% per il corridoio Reno-Alpi e al 36,7% per quello Atlantico".
I risparmi di tempo riguarderebbero, secondo lo studio redatto dalla Trt e dalla società partner tedesca, anche il trasporto su strada, per l'effetto di decongestionamento che il completamento della nuova rete ferroviaria comporterebbe. Per il corridoio Mediterraneo, di cui fa parte la Torino-Lione, i tempi medi di viaggio lungo le strade sono previsti in calo dello 0,7% per le merci e dell'1,1% per le persone nel 2020, nello scenario di riferimento (rete completata entro il 2030) rispetto a quello di base (niente più investimenti dopo il 2016); nel 2025 i risparmi sono stimati all'1% per le merci e al 4,1% per le persone; nel 2030 al 2,9% e al 6,8% rispettivamente.
L'attuazione dei progetti di potenziamento, spiega ancora la bozza, avrà impatti positivi sull'occupazione dei Paesi coinvolti, con "gli aumenti più elevati in termini assoluti negli Stati membri più grandi, con l'Italia, la Francia, la Spagna e la Polonia che hanno oltre 100mila posti di lavoro creati nel 2030" ciascuno, nello scenario di riferimento rispetto a quello di base.
LA PRECISAZIONE DI TRT - Lo studio 'The Impact of Ten-T completion on growth, jobs and the environment' redatto dalla Trt di Milano e dalla M-Five Gmbh di Karlsruhe "stima gli impatti economici, occupazionali e di riduzione dei gas serra in Europa derivanti dal completamento dei corridoi della rete trans-Europea di trasporto e non ha analizzato nessun progetto singolarmente" precisa Trt, in una nota. Inoltre, "gli impatti calcolati per il corridoio Mediterraneo riguardano l’intero corridoio lungo quasi 8.150 km e che va dallo stretto di Gibilterra sino al confine con l’Ucraina e non soltanto il tratto della linea ad alta velocità Torino-Lione. La versione che circola in rete è una bozza incompleta del rapporto finale del luglio 2018. La versione finale del rapporto, approvata dal Cliente nel dicembre 2018, non è ancora stata resa pubblica e pertanto non può essere divulgata". "Lo studio ha stimato gli impatti economici, occupazionali e di riduzione dei gas serra in Europa derivanti dal completamento entro il 2030 di tutti gli interventi di ammodernamento e realizzazione di parti mancanti, della rete trans-Europea di trasporto (Ten-T). Si tratta di un totale di quasi 141.000 km di reti di trasporto multimodali (strada, ferrovia, vie di navigazioni interne, porti e aeroporti) che sono oggetto della politica di trasporto dell’Unione Europea da oltre un ventennio", conclude Trt.
L'AD DI TRT: "SI SONO MISCHIATE MELE CON PERE" - Contrapponendo l'analisi costi benefici relativa alla Tav Torino Lione realizzata dalla commissione presieduta da Marco Ponti, presidente della Trt srl di Milano, allo studio realizzato dalla stessa Trt, insieme ad una società di Karlsruhe, per la Commissione Europea sull'impatto del completamento della rete Ten-T, della quale la Tav è solo una parte, si sono "mischiate le mele con le pere". Lo sottolinea Silvia Maffii, amministratore delegato della Trt e tra gli autori dello studio "The impact of Ten-T completion on growth, jobs and the environment", salito agli onori delle cronache nelle ultime ore.
Il problema è che lo studio, estremamente tecnico, è finito nelle mani di lettori non tecnici: lo studio in questione, spiega la Maffii all'Adnkronos, "è una valutazione degli impatti, cioè una cosa molto diversa da quella che ha fatto Marco Ponti. La differenza è che lo studio che abbiamo fatto noi, cui Ponti non ha collaborato e che non ha mai visto, lo garantisco al 100%, è uno studio che analizza a livello macroeconomico quali sono gli impatti della realizzazione contemporanea di tutti i corridoi Ten, cioè dell'investimento di 556 mld di euro, che chiaramente hanno un impatto economico positivo. Questo è ciò che fa questo studio, a livello aggregato".
Invece, prosegue Maffii, "l'analisi costi benefici di Ponti guarda ad un singolo progetto e agli impatti di tipo trasportistico del progetto". Insomma, "sono due analisi molto diverse". Per quanto riguarda i risparmi dei tempi di percorrenza sul corridoio Mediterraneo, stimati al 30% per i passeggeri, "si tratta di risparmi sulla rete: grazie a questi interventi, i tempi si riducono, su tutto il corridoio Mediterraneo, che è lungo più 8mila km". L'effetto "è la sommatoria di pezzi in cui non si risparmia nulla e di pezzi in cui si risparmia tantissimo". E la Lione-Torino "è solo un pezzo del corridoio: non abbiamo fatto alcuna valutazione dei singoli interventi". Sono state quindi mischiate mele con pere, come si dice? "Secondo me sì - conclude la Maffii - sono due cose che hanno finalità e scopi diversi: uno valuta se un progetto è utile o meno, l'altro valuta gli impatti economici di un investimento".