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Opzione Donna confermata, ma solo per un anno

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02 gennaio 2019 | 07.13
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Tra il 10 e il 12 gennaio il Governo approverà il testo del decreto pensioni nel quale, oltre a Quota 100 e al blocco dell'adeguamento con le aspettative di vita, dovrebbe confermare la proroga di Opzione Donna. Rispetto alle attese, però, l'Opzione Donna dovrebbe essere confermata solamente per un anno, con l'impegno - non vincolante - del Governo di prorogarla ancora per gli anni avvenire con la prossima Legge di Bilancio. Al momento, quindi, potrebbero accedere a Opzione Donna solamente quelle lavoratrici che ne maturano i requisiti entro il 31 dicembre del 2019. Si tratta comunque di una novità molto importante perché grazie a questa misura le lavoratrici potranno andare in pensione all'età di 58 anni. Rispetto ai precedenti requisiti, infatti, l'età per accedere all'Opzione Donna è stata incrementata di 12 mesi: quindi, vi possono accedere le lavoratrici dipendenti una volta compiuti i 58 anni di età, mentre le autonome dovranno attendere il compimento del 59esima anno. Parimenti, le lavoratrici devono soddisfare un requisito contributivo pari a 35 anni di sola contribuzione effettiva.

Dal raggiungimento dei suddetti requisiti al collocamento in quiescenza però bisogna che sia trascorso un determinato arco di tempo. Opzione Donna, infatti, prevede il meccanismo delle finestre mobili, con le quali le lavoratrici dipendenti devono attendere 12 mesi dalla maturazione dei requisiti necessari, mentre la autonome addirittura 18 mesi. Le prime, quindi, andranno concretamente in pensione all'età di 59 anni, mentre le seconde solo dopo aver superato i 60. Ricordiamo, prima di concludere, che a differenza di Quota 100 l'Opzione Donna prevede una penalizzazione sull'assegno; nel dettaglio, le lavoratrici che vi fanno accesso devono accettare un ricalcolo dell'assegno pensionistico secondo il sistema contributivo, il che - a seconda della posizione contributiva dell'interessata - può portare anche ad una penalizzazione del 40%.

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